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Cronaca Melissano

Videopoker con doppia scheda e pure dipendente in nero

I finanzieri di Casarano hanno eseguito a Melissano un controllo in un bar dove hanno rinvenuto, nel retrobottega, un apparecchio irregolare. Ma non solo: trovato anche un lavoratore senza contratto

MELISSANO - I finanzieri della tenenza di Casarano hanno eseguito a Melissano un controllo in un bar dove hanno rinvenuto, nel retrobottega, un videopoker non conforme a quanto stabilito dalla legge. L'apparecchio è stato sottoposto a sequestro amministrativo perché, dopo accertamenti, eseguiti anche grazie all'intervento di un tecnico specializzato, sarebbero state riscontrate modifiche sostanziali sul cablaggio dei fili elettrici dell'impianto elettronico.

Questo, per permettere il funzionamento della classica "doppia scheda" che consente il passaggio dal gioco regolare a quello vietato dalla legge. Fatto, peraltro, che sarebbe stato confermato da un dipendente dello stesso esercizio, il quale avrebbe dichiarato ai finanzieri di aver più volte eseguito il cambio di gioco attraverso una sorta di congegno metallico, tipo calamita, che strisciato sul corpo macchina dell'apparecchio, esattamente sotto la cloche, consentiva il passaggio in automatico al gioco non lecito.

Gli apparecchi sprovvisti di collegamento in rete oltre a non poter elargire vincite in denaro, non devono presentare alcun elemento aleatorio nella giocata. Le difficoltà del gioco, quindi, anche in presenza di componenti di casualità, devono poter essere superate esclusivamente dall'abilità soggettiva dell'utente. Gli apparecchi che consentono legalmente vincite in denaro devono essere collegati alla rete telematica dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.

Oltre al sequestro amministrativo del videogioco i militari hanno provveduto alla segnalazione all'Aams del titolare dell'agenzia che ora rischia una multa di circa 4mila euro. Inoltre, nello stesso esercizio pubblico, i finanzieri hanno proceduto all'identificazione dei dipendenti presenti in quel momento, uno dei quali sarebbe risultato "in nero". Già da quattro mesi prestava la sua opera in forma subordinata, senza essere stato regolarmente assunto.

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