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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Vincenzo Rubano, il “Don Chisciotte” non vedente della rete

Un diciassettenne dell'Istituto Costa lancia la sua battaglia sul web con un servizio, "Ti tengo d'occhio", che denuncerà pubblicamente tutti i disservizi e le discriminazioni dei siti e programmi inaccessibili ai ciechi

LECCE - Dopo un impegnativo periodo di lavoro, il servizio “Ti tengo d'occhio” è finalmente on-line: da oggi, dunque, l'accessibilità è una questione che riguarda tutti. Compresi i non vedenti. Sono passati circa due mesi da quando l'Istituto Tecnico “Costa” di Lecce ha annunciato l’intenzione di un proprio studente di creare un servizio per denunciare pubblicamente programmi e siti poco o per nulla accessibili ai non vedenti, attraverso le tecnologie assistive (screen readers, barre Braille, ecc.). Oggi quell'annuncio si è trasformato in un servizio reale ed è consultabile da chiunque su www.titengodocchio.it

All’origine di questa interessante iniziativa, c’è Vincenzo Rubano, 17enne studente del Costa, non vedente, ma non di certo rassegnato a condurre una personale e “spietata” lotta all’inaccessibilità: “Tutto è iniziato – racconta - un anno fa con la mia partecipazione all’iniziativa M’illumino di meno di Caterpillar su Radio 2. Allora attivai un sondaggio on-line denominato ‘M'illumino di meno …ma ci vedo di più’ con lo scopo di raccogliere informazioni sullo stato dell’arte dell’accessibilità in Italia. Dato il grande successo dell’idea e le numerose esortazioni a continuare a combattere questa battaglia, ho deciso di alzare il tiro creando, appunto, Ti tengo d'occhio, uno strumento di denuncia, di sensibilizzazione e di sollecitazione che ha lo scopo di rendere l'accessibilità una questione che riguarda tutti”.

Il cuore del progetto prevede la redazione di quella che Vincenzo ha chiamato la “Blind List” (parafrasando la black list), ossia una vera e propria lista nera di programmi e siti poco o per nulla accessibili. Il funzionamento della Blind List è piuttosto semplice: “Ogni volta – precisa - che riterrò un programma o un sito poco accessibile (che scopro da me o che mi sarà segnalato) sarà redatto un report, ovvero una scheda descrittiva dei problemi che ho riscontrato. I report non saranno testi ad alto contenuto tecnico, riservati soltanto agli addetti ai lavori, ma, al contrario, saranno dei testi accessibili a chiunque”.

“I report – prosegue - potranno inoltre essere liberamente commentati, così che ogni visitatore di Ti tengo d'occhio possa esprimere la sua opinione o aggiungere di suo. Nella Blind List potranno rientrare tutti i siti internet e le applicazioni disponibili per windows, per Ios (il celebre sistema operativo presente sugli "iDevices", dispositivi come iPhone, iPad e iPod Touch) e per Mac Os X (il sistema operativo dei computer Macintosh)”.

La “caccia” a programmi e siti inaccessibili è aperta a 360 gradi. Chiunque dovesse imbattersi in questo genere di ostacolo potrà segnalarlo sul sito in questione, compilando semplicemente l’apposito modulo. Oltre a dare risalto alle segnalazioni degli utenti (che verificherà personalmente prima di scrivere il report), Vincenzo assicura il proprio impegno a cercare di contattare gli sviluppatori dei programmi e dei siti segnalati, in maniera tale che possano prendere consapevolezza di ciò che è stato riscontrato e porvi rimedio: “Naturalmente – spiega -, se questo dovesse accadere, ossia che gli sviluppatori si adopereranno affinché i problemi vengano risolti, sarà mia cura segnalare l’avvenuta modifica ed elogiare la sensibilità dimostrata”.

L'accessibilità universale, ovvero la garanzia che tutti i contenuti presenti su internet siano fruibili da chiunque, non è una "feature” opzionale da implementare se e quando lo sviluppatore lo ritenga opportuno. Ma, come chiarisce lo stesso Vincenzo, “un diritto di tutti i non vedenti” ed “un dovere per programmatori e progettisti”.

Tutto questo “fervore” si giustifica in un principio che, cioè, creare un sito o un programma inaccessibile è, prima di ogni altra cosa, una vera e propria discriminazione. Il caso Istat lo dimostra, visto che il sito predisposto per la compilazione on-line dei dati relativi al censimento della popolazione italiana era il primo a risultare inaccessibile. E, nonostante alcuni esperti del settore abbiano segnalato il problema, nessuno ha mosso un dito per risolverlo.

“Ecco – chiarisce il giovane -, questo è un tipico esempio di sito degno di cadere nella …Blind List. Ho infatti scritto uno specifico report per questo caso e l’ho intitolato: ‘Quando innovazione è sinonimo di discriminazione’. Vincenzo ha attivato anche sui maggiori social network (Facebook e Twitter) pagine e profili utili al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

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