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Cronaca Trepuzzi

Violenta rapina, riconosciuti colpevoli: ora sconteranno in carcere

Due giovani di Trepuzzi nel 2014 malmenarono in casa il gestore di un distributore di carburanti di Surbo

TREPUZZI – E’ venuto il tempo per Saimon Caretto, operaio 23enne, e Luca Perrone, artigiano 26enne, di saldare in modo definitivo il conto con la giustizia per una violenta rapina messa a segno il 12 maggio di due anni or sono a Surbo.

I due giovani, di Trepuzzi, sono stati accompagnati in carcere nella tarda serata di ieri dai carabinieri della stazione locale, su ordine del gip del Tribunale di Lecce. Dovranno scontare una condanna a tre anni e un mese a testa di reclusione.

I due furono arrestati dai carabinieri con l’accusa di rapina aggravata dopo un’indagine lampo. Alle 10 di quella mattina, attesero il gestore di una stazione di servizio, Salvatore Pareo, oggi 72enne, probabilmente dopo averne studiato i movimenti, scoprendo come prelevasse all’epoca i soldi dalla colonnina self service dell’Agip di via Lecce.

CARETTO SAIMON-3Giunti nei pressi dell’abitazione di via Tripoli e dopo aver parcheggiato lo scooter nelle vicinanze, attesero qualche minuto, poi decisero di citofonare. Appena l’uomo aprì, i due fecero irruzione, con il volto scoperto, nascosti solo dai cappucci delle felpe. 

PERRONE LUCA-3L'uomo cercò di divincolarsi dalla presa. Usando nastro adesivo e un pezzo di stoffa, lo immobilizzarono, sottraendogli un borsello con circa mille e 700 euro e un orologio antico. Ma durante la fuga, incrociarono il genero della vittima. A questi bastò un’occhiata per capire cosa stesse succedendo. Così, si mise alle loro calcagna.

I due decisero di dividersi: Caretto riuscì inizialmente a far perdere le tracce, Perrone invece, cercando di raggiungere il suo scooter, ancora inseguito dal genero, perse l’equilibrio, cadde e fu bloccato. Sul posto poco dopo giunsero i carabinieri di Surbo. Le indagini dei militari, grazie anche alle descrizioni della vittima, permisero in poche ore d’identificare anche Caretto.

Gli stessi giovani, una volta in caserma, confessarono la loro partecipazione al colpo. Ora, dovranno scontare la pena per quel grave episodio che provocò anche lesioni, per fortuna non gravi, al malcapitato.

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