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Cronaca Nardò

Violenza nello stadio di Nardò, chiusa l’inchiesta: 11 indagati

Notificato l’avviso di conclusione delle indagini sugli scontri avvenuti il 20 novembre 2022, dopo il match con il Nocerina. Stralciata la posizione di un tifoso, per il quale c’è la richiesta di archiviazione, ma il tar ha confermato anche per lui il Daspo

NARDO' - E’ arrivata al capolinea l’inchiesta sugli scontri avvenuti il 20 novembre del 2022 nello stadio comunale “Giovanni Paolo II” di Nardò, tra i supporter neretini e quelli della Asd Nocerina 1910.

Al termine della partita disputata nell’ambito del campionato di serie D, girone H, conclusasi con il pareggio di 2 a 2, scoppiò la violenza, e secondo le indagini, i responsabili sarebbero stati 11 tifosi. Si tratta di G.C., di 34 anni; F.D.A., di 34; S.C., di 40; L.I., 45. Tutti residenti a Nocera Inferiore (Salerno); M.L., di 29 anni, di Cava de’ Tirreni (a Salerno); S.M., di 24; L.M., di 31; G.S., di 19 anni; A.I., di 22; A.B., di 23; M.M., di 44. Tutti residenti a Nardò. 
Secondo gli accertamenti della magistratura, quel pomeriggio, al fischio dell’arbitro, gli indagati trattenuti nel settore tribuna ospiti in attesa del deflusso della tifoseria locale, avrebbero sfondato una porta metallica chiusa con un catenaccio e  lanciato verso la tifoseria opposta che verso le forze dell’ordine, pietre e parti di rubinetteria asportate nello stadio, e altri oggetti contundenti, agendo anche con il volto coperto per evitare di essere riconosciuti. M.M., avrebbe inoltre agito, pur essendo sottoposto a Daspo con obbligo di presentazione dalla Pg.

Tuttavia nei suoi riguardi ben due differenti gip (qui, l’articolo completo) ritennero di non convalidare la misura dell’obbligo di firma (che era stata disposta nell’ambito di questo procedimento) poiché l’annotazione di polizia del 2 dicembre 2022 e le fotografie allegate non consentivano di identificare compiutamente il tifoso nella persona responsabile dei fatti attribuiti dalla polizia giudiziaria. Il Tar ha invece ritenuto di convalidare il Daspo, non concedendo sconti a un altro degli indagati e a un uomo che seppur inizialmente coinvolto nell’inchiesta, è uscito di scena. Non c’è più il suo nome nell’avviso di conclusione delle indagini, poiché per lui la sostituta procuratrice Maria Vallefuoco ha chiesto l’archiviazione.  

Nell’ordinanza, pubblicata oggi, i giudici amministrativi motivano così la decisione: “Il ricorso (collettivo e cumulativo) appare infondato, in quanto risulta 'per tabulas' che tutti e tre gli odierni ricorrenti sono stati formalmente denunciati (in data 5 dicembre 2022) dal commissariato di Nardò alla competente autorità giudiziaria (…) e ciò rappresenta il presupposto necessario e sufficiente per legittimare – sul piano amministrativo (indipendentemente dall’evoluzione e dagli esiti del contestuale procedimento penale, nel quale assume rilevanza la questione della corretta contestazione ai ricorrenti dei predetti reati e della valenza probatoria dell’identificazione degli autori dei reati effettuata dalla Polizia di Stato) – l’applicazione nei loro confronti del divieto di partecipare alle manifestazioni sportive”.
“E’ paradossale che una persona ritenuta estranea ai fatti dal pubblico ministero, tanto che questo ha proceduto allo stralcio della sua posizione con richiesta di archiviazione, resti meritevole del daspo di 6 anni con obbligo di firma (una sorta di limitazione della libertà personale) secondo il Tar di Lecce, per effetto di una mera denuncia di polizia”, ha commentato l’avvocato difensore Giuseppe Milli che si è detto stupefatto e ha concluso sarcastico: “Pertanto la denuncia in questo caso ‘resiste’ quanto a effetti a una successiva archiviazione”. Ora, il legale valuterà se ricorrere al Consiglio di Stato o presentare istanza di revoca al Questore.

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