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Cronaca Via Taranto

Un incubo per due donne: una sfugge, l'altra violentata. Preso

Francesco Piccolo, 35enne di Galatina, ma residente nel capoluogo, è stato arrestato dagli agenti delle volanti nella notte. Prima il tentativo di violenza verso una statunitense, poi quello di una leccese attirata in trappola

 

LECCE – La prima preda è sfuggita alla tela tesa dal ragno. Francesco Piccolo, però, non s’è dato pace. Trentacinquenne di Galatina, residente da diverso tempo in un appartamento di Lecce, ha intessuto una nuova trama poche ore dopo, ormai deciso a tutto, e l’ignobile impresa è riuscita.

Un tentativo di stupro, poi una violenza sessuale. In una sola giornata, secondo quanto accertato dagli agenti delle volanti del capoluogo, Piccolo avrebbe dato sfogo senza tregua agli istinti più bassi. Inguaribile nella condotta, nonostante precedenti specifici e carichi pendenti. Nel 2005 si era reso responsabile di una violenza sessuale nei confronti di una ragazza della provincia di Brindisi. E solo nel dicembre scorso, è stato indagato per lesioni e violenza.

Freddo, ma non certo astuto, ha lasciato dietro di sé una notevole scia di tracce. E alle prime ore di oggi, è scattato l’arresto, quando gli uomini della questura hanno avuto sufficienti indizi per procedere. A furia di tessere tele, il ragno n’è rimasto invischiato.

Il primo episodio, ieri sera, nella zona di via Taranto. Piccolo avrebbe adocchiato bene la vittima predestinata. Si tratta di una donna statunitense. Si sospetta persino che quest’ultima fosse stata seguita nei giorni precedenti, perché il 35enne abita nelle vicinanze, sempre nel rione San Pio. Il tentativo di “aggancio”, quando la donna stava per chiudere il portone di casa. Piccolo si sarebbe parato di fronte alla vittima, cercando di abusarne. Le urla, però, devono averlo spaventato. Il rischio che qualcuno sentisse, vedesse, è bastato a farlo allontanare di corsa. La donna, intanto, ha trovato riparo temporaneo in un negozio. Il proprietario ha compreso subito la situazione ed ha chiamato il 113.

Mentre la donna, in questura, raccontava la sua tormentata disavventura e forniva una descrizione dell’assalitore, questi era già passato al piano di riserva. Cinico, neanche dopo essere sfuggito una prima volta all’arresto, e mentre la polizia ancora gli dava la caccia, si è attaccato al telefono, riuscendo ad attirare in trappola una seconda ragazza, questa volta leccese. Ma quando lei è riuscita a scappare, raggiunto viale Calasso, pressappoco sempre nella zona di via Taranto, sentendosi ormai al sicuro, perché lontana dalle grinfie dell’uomo, ha chiamato il 113. Una pattuglia è giunta di volata sul posto. Erano le 23 di notte. La ragazza, fra le lacrime, ha raccontato di essere stata vittima di una violenza. Ed ha fatto il suo nome: Francesco Piccolo.

PICCOLO_Francesco-2Perché lo conoscesse, è presto detto. La vittima ha riferito di aver conosciuto il 35enne circa due anni prima. Entrambi erano stati ricoverati presso una struttura sanitaria. Dopo di allora, sempre stando al racconto della ragazza, Piccolo avrebbe continuato a chiamarla, sempre con maggiore insistenza. Voleva incontri, intendeva allacciare un rapporto. Deve esserle sembrato uno spasimante ostinato e fastidioso, ma forse non particolarmente pericoloso, se ha avuto l’ardire d’infilarsi nella sua tana.

Ieri, infatti, ormai stanca delle avance portate avanti con opprimente tenacia, ha spiegato ai poliziotti di essere andata a casa sua, decisa a dirgli in faccia di smetterla, una volta per tutte, che non aveva alcuna intenzione di frequentarlo, né di aprire con lui alcun tipo di rapporto, anche solo fugace e occasionale.

questuraeauto-2-10Nell’appartamento, Piccolo, in un primo momento, avrebbe esibito un comportamento garbato, chiedendo di fidanzarsi in modo regolare, arrivando persino a proporre un matrimonio. Incassato un fermo rifiuto, l’atteggiamento sarebbe all’improvviso cambiato, e il diavolo covato sotto quei modi artificiosamente gentili, sarebbe emerso con una tale prepotenza, da arrivare a violentarla, incurante persino delle urla e dei disperati tentativi della ragazza di divincolarsi. Poi, quelle minacce, taglienti e a denti stretti: “Se mi denunci, ti ammazzo”.

Quando, però, la ragazza è stata lasciata libera di andarsene ha chiamato la polizia. Prima è stata sottoposta agli accertamenti sanitari, necessari in queste situazioni, poi è stata accompagnata in questura, dove ha sporto denuncia. E’ così che la polizia ha scoperto un particolare inquietante: l’identità convergeva perfettamente con quella dell’uomo già denunciato dalla prima vittima, la donna nordamericana. Quando gli agenti hanno fatto irruzione in casa del 35enne, perlustrando le stanze da cima a fondo, nella lavatrice hanno trovato degli indumenti. Erano quelli descritti con minuzia di particolari da entrambe le vittime. Il sole è sorto con una novità, per Piccolo: un paio di manette ai polsi. 

 

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