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Sabato, 20 Aprile 2024
Storia di maltrattamenti

Violenze alla moglie e stalking dopo la separazione: chiesto rinvio a giudizio

È quanto formulato dal pubblico ministero Erika Masetti nella vicenda che vede protagonista un 48enne, accusato di continue vessazioni verso la consorte, con cui condivide una società: nel tempo l’avrebbe accusata persino di relazioni coi dipendenti, impedendole di uscire e controllandone gli spostamenti

LECCE – Una storia continua di violenze, minacce e stalking, che parte nel periodo del matrimonio e prosegue anche dopo la separazione: è stata formulata dal pubblico ministero, Erika Masetti, la richiesta del rinvio a giudizio per un 48enne, difeso dall’avvocato Fulvio Pedone, accusato di maltrattamenti in famiglia (con l’aggravante di fatti accaduti davanti alla figlia minore della coppia) e atti persecutori nei confronti dell’ex moglie, una 44enne, rappresentata dall’avvocato Silvio Verri. La data per l’udienza preliminare, infatti, è stata fissata per il 20 gennaio 2023.

La vicenda in questione vede protagonisti una coppia di imprenditori, diventati marito e moglie nel 2003 e separati dopo l’escalation di violenze verbali e il clima di terrore che l’uomo avrebbe messo in campo, accecato da una gelosia morbosa.

In particolare, nel corso del tempo, sarebbero diversi gli episodi contestati nella denuncia formulata dalla donna: a partire dagli epiteti che il 48enne le avrebbe rivolto in più circostanze, arrivando addirittura a creare un gruppo su Whatsapp inserendo la moglie, la sorella e un’altra donna solo per formulare accuse di tradimento patite (fino a incolparla di aver avuto rapporti sessuali con alcuni dipendenti) che, agli esiti delle indagini, risulterebbero inventati. E ancora, minacce di morte e atteggiamenti alterati anche dall’abuso di alcolici con alla base un desiderio di controllo sulla vita della consorte, culminato in aggressioni fisiche e costanti umiliazioni e offese.

Dal 2018 in poi, però, la situazione si sarebbe ulteriormente aggravata con il 48enne che sarebbe arrivato a impedire alla donna di uscire da sola e di frequentare amiche, con messaggi telefonici espliciti e conditi di minacce sulla volontà di affogarla: “Ora uccido qualcuno” o ancora “O ti tappi la bocca o te la chiudo io, tu non chiamerai più i miei collaboratori... vietato... sennò ti giuro ca te nfoco nella piscina […] e dico ca a catuta…” oppure “Ti annego nella piscina se non ti comporti bene”.

Nell’estate 2020, la donna avrebbe scoperto l’uomo a inviare un messaggio vocale a un’altra donna: ne sarebbe scaturita una lite, in cui il 48enne l’avrebbe assalita verbalmente chiamandola “psicopatica e depressa” per poi sbatterla fuori di casa per un paio di ore. Poi avrebbe inviato messaggi del solito tenore, pieni di minacce e insulti, sul gruppo aziendale creato su Whatsapp, accusandola non solo di infedeltà, ma anche di aver sottratto soldi alla società.

Nel 2021, dopo la separazione e l’allontanamento dell’uomo dalla casa coniugale stabilito dalle autorità dopo la denuncia per maltrattamenti, il 48enne avrebbe continuato con gli atti persecutori, provocando nella vittima stati d’ansia (tanto da perdere in maniera brusca dieci chili) e timori per la propria incolumità, fino a costringerla a cambiare abitudini di vita. Nel luglio dello stesso anno, si sarebbe appostato dietro al muretto del giardino di casa della donna per attenderne il rientro, accusarla di aver incontrato un altro uomo e tirandole un ceffone sul volto. Qualche giorno dopo, avrebbe lasciato sul tavolo da lavoro della 44enne un quaderno con insulti. Non solo: l’uomo l’avrebbe continuamente controllata, anche tramite le telecamere di sicurezza aziendale, puntate sull’abitazione della donna, per studiarne gli spostamenti.

A gennaio 2023, dunque, l’udienza preliminare come passo successivo per provare a far luce sui fatti e accertare le gravi accuse che pendono nei confronti del 48enne.

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