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Cronaca Ugento

Violenze su ragazzina, dodici anni al presunto orco

Salvatore Stefanelli, 75enne ugentino, è stato condannato a 12 anni dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Lecce. I fatti contestati risalgono al 2001 e al 2006. La vittima era 13enne

LECCE - E' una storia complessa e torbida di presunte violenze sessuali quella che vede come protagonista Salvatore Stefanelli, 75enne ugentino, condannato a 12 anni dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Lecce. I fatti fanno riferimento a due episodi distinti e lontani nel tempo. Le violenze, commesse su una ragazza di origine marocchina residente con la famiglia a Ugento, sarebbero iniziate nel 2001. Stefanelli avrebbe avvicinato la ragazza, allora tredicenne, all'uscita da scuola e l'avrebbe condotta con una scusa nella sua casa di campagna, dove sarebbero avvenute le molestie e le violenze.

A dare avvio alle indagini furono gli agenti del commissariato di Taurisano, che dopo aver ricevuto una segnalazione chiesero informazioni ai servizi sociali sulla famiglia della presunta vittima. I servizi sociali trasmisero poi, per competenza, una dettagliata relazione al Tribunale per i minorenni. La Procura ordinaria aprì poi un fascicolo per violenza sessuale, di cui era titolare il sostituto procuratore Maria Cristina Rizzo, che dispose, nel 2002, l'ascolto della ragazza. Il consulente nominato dalla Procura, il dottor Serafino De Giorgi, ritenne però non attendibile il racconto della ragazza.

Nel 2006 Stefanelli avrebbe comunque avvicinato nuovamente la ragazza marocchina, ospite a quel tempo di una casa-famiglia, e non solo le avrebbe intimato di non raccontare nulla sui loro incontri, ma avrebbe nuovamente condotto la ragazza in campagna per molestarla e compiere atti di natura sessuale. L'uomo fu poi rinviato a giudizio con l'accusa di violenza sessuale e minacce.

L'imputato ha sempre negato ogni accusa, spiegando di aver avuto per due anni una relazione con la sorella della presunta vittima (all'epoca 21enne) e che quest'ultima non avrebbe accettato la fine del loro rapporto, minacciandolo di fargliela pagare. Una tesi che non ha, però, convinto i giudice che hanno condannato l'uomo, rispettivamente a 6 anni e mezzo e 5 anni e mezzo, per i due singoli episodi, non riconoscendo dunque la continuazione, continuamente a quanto sostenuto dal pubblico ministero d'udienza, Emilio Arnesano, che aveva chiesto una condanna a 3 anni e mezzo.

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