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Cronaca

Voti gonfiati sul registro di classe, sei liceali messi alla prova per dieci mesi

Sospeso il procedimento nei riguardi degli studenti di un istituto scolastico di Lecce accusati di aver manipolato le valutazioni dei professori, alcune delle quali già eccellenti, per se stessi e per alcuni compagni

LECCE - Rischiavano di finire al banco degli imputati sette studenti di un liceo scientifico di Lecce accusati di aver alterato i voti sul registro di classe elettronico per se stessi e per alcuni compagni di classe.

Ma un processo, al momento non ci sarà, perché durante l’udienza preliminare, sei di loro hanno avanzato e ottenuto la messa alla prova, quindi la possibilità di ottenere la sospensione del procedimento e partecipare ad un programma rieducativo che, in caso di esito positivo, determinerà il proscioglimento per estinzione del reato.

Il periodo concesso dal giudice del Tribunale per i minorenni di Lecce Aristodemo Ingusci è di dieci mesi (a fronte della richiesta di un anno avanzata dal pubblico ministero Stefania Mininni).

Per un altro imputato, invece, che oggi era assente, l’udienza si terrà ad ottobre.

I reati per i quali i nomi dei liceali finirono su un secondo registro, quello appunto degli indagati, furono: accesso abusivo a un sistema informatico o telematico e falsità.

Questo perché, stando agli accertamenti della magistratura, tra il mese di dicembre 2017 e il mese di maggio del 2018, gli allievi (sedicenni all’epoca dei fatti e oggi maggiorenni) avrebbero utilizzato le loro capacità informatiche a scopo illecito: utilizzando l’account del professore, si sarebbero introdotti nel registro, in alcuni casi per modificare insufficienze, in altri, anche risultati già discreti e in altri ancora persino eccellenti, trasformando per esempio un 9 in un 9 e mezzo.

Le variazioni sarebbero state di poco superiori (da 0,5 a un massimo di due punteggi) al voto realmente conseguito all’esito di prove scritte e orali di diverse materie (soprattutto fisica, matematica e storia) forse proprio per non far insospettire i docenti.

Ma questo non bastò a passare inosservati e, rilevate le anomalie, scattò l’inchiesta condotta dal pubblico ministero Anna Carbonara.

Gli studenti sono difesi dagli avvocati Luigi e Roberto Rella, Mauro Cramis, Antonia De Pandis, Francesca Manta, Umberto Leo, Angelo Vetrugno, Stefania Mangiulli e Ilario Manco.

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