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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Porto Cesareo

Il sindaco respinge le accuse su voto di scambio. Gli altri in silenzio

Il primo cittadino Salvatore Albano ha respinto ogni accusa sulla presunta compravendita di voti, sostenendo di non conoscere gli accusatori. Gli altri politici locali indagati hanno scelto invece di non rispondere alle domande

LECCE – Nuovi interrogatori questa mattina nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge l’amministrazione comunale di Porto Cesareo. Dinanzi al sostituto procuratore della Repubblica di Lecce Carmen Ruggiero, e al comandante dei carabinieri della compagnia di Campi Salentina, il capitano Nicola Fasciano, sono comparsi il sindaco del comune jonico, Salvatore Albano; il consigliere con delega al turismo Giuseppe Durante, l'ex sindaco della cittadina Jonica Antonio Basile, il figlio Cataldo, ingegnere, e l'assessore Luigi Baldi.

Si tratta della nuova fase degli accertamenti legati alle indagini che nelle ultime settimane hanno interessato Porto Cesareo. I cinque, infatti, sono stati destinatari di altrettanti avvisi di garanzia emessi nell’ambito del fascicolo sul presunto voto di scambio avvenuto nell’ambito dell’ultima tornata elettorale del 2011.

Albano è stato l’unico a rispondere alle domande degli inquirenti, respingendo ogni accusa e affermando di non aver mai conosciuto o incontrato le persone che lo accusano. Gli altri quattro indagati, invece, hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, “in considerazione del clima poco sereno che si è creato nell’ambiente cittadino, alimentato da accuse prive di fondamento”. Gli indagati, per mezzo dei loro legali, si sono riservati, “non appena conclusa l’istruttoria, e conosciuti gli atti, di agire come parti lese a tutela della loro onorabilità”.

Vari i filoni d’inchiesta finiti all’attenzione della magistratura: quello sul presunto voto di scambio basato sulla compravendita di voti in cambio di denaro, e quello sugli attentati a danno di politici e imprenditori del comune salentino. Poi, quello sul presunto voto di scambio, a base di festini hard e incontri a luci rosse con ragazze provenienti dall’Est Europa, appositamente assoldate nell’ambito dell’ultima tornata elettorale del 2011.

L’accusa ipotizzata nei confronti degli indagati ascoltati oggi è di voto di scambio. Nei soli casi di Antonio Greco (vicesindaco dimissionario) e Cosimo Presicce (ex assessore alla Polizia municipale), già convocati per l'interrogatorio nei giorni precedenti, è contestato anche il favoreggiamento della prostituzione. Il sospetto, infatti, tutto da dimostrare, è che in occasione delle elezioni amministrative del 2011 siano stati organizzati dei festini hard per intrattenere gli elettori della cittadina jonica e far incanalare i loro voti su alcuni politici locali.

Diverse sarebbero le persone già sentite come “informate sui fatti”. Alcuni avrebbero ammesso di essere stati invitati a feste private, proprio in occasione del voto. Dichiarazioni e supposizioni che dovranno essere vagliate e accertate dalla magistratura. Ad avvalorare la pista dello scandalo a luci rosse anche alcuni filmati amatoriali. Filmati che avrebbero come protagoniste tre procaci ragazzi romene (che in tanti hanno visto aggirarsi nelle vie del paese durante il periodo elettorale), immortalate mentre, in abiti a dir poco succinti, ballavano e intrattenevano gli ospiti di sesso maschile.

Le inchieste, coordinate dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero, potrebbero portare nelle prossime settimane a nuovi importanti sviluppi.

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