Zincherie: "Attività dal 1999, non è soggetta a Via"
Il legale dell'impresa di Diso, dopo l'ordinanza del Tar e la sospensione dell'Aia, precisa: "La ditta non è ferma. Nessun danno per l'ambiente: controlli Arpa continui. E la legge non è retroattiva"
DISO - Il caso delle Zincherie Adriatiche di Diso andrà davanti al Consiglio di Stato. L'avvocato Ernesto Sticchi Damiani, che difende le ragioni della proprietà, precisa, inoltre che "nessuna sospensione dell'attività nell'impianto gestito nel comune di Diso deriva dal provvedimento con il quale i competenti uffici regionali, in esito ad un'ordinanza del Tar di Lecce, hanno sospeso l'autorizzazione integrata ambientale". Il documento di sospensione dell'Aia era sopraggiunto ieri presso il Comune di Spongano, a seguito del pronunciamento del Tribunale amministrativo, dopo ricorso di due cittadini, per via della mancanza della Via (Valutazione di impatto ambientale).
L'avvocato Sticchi Damiani rimarca però "l'insussistenza di alcun profilo di illegittimità o irregolarità della citata autorizzazione integrata ambientale connesso alla mancanza della valutazione di impatto ambientale prescritta dalla normativa regionale vigente solo sin dal 2001". L'impianto, nel quale sono attualmente impiegate cinquanta persone, sarebbe infatti stato "autorizzato, realizzato e posto in esercizio nel 1999", e quindi "non può in alcun modo ritenersi soggetto a detta valutazione di impatto ambientale, imposta da norme successive e non retroattive. Né, peraltro, la sospensione dell'autorizzazione integrata ambientale è circostanza sufficiente e idonea a supportare la sospensione dell'attività".
Il legale aggiunge anche che non vi sarebbero situazioni di pericolo per l'ambiente, poiché l'impianto sarebbe "soggetto a periodiche verifiche di conformità ai limiti di emissione in atmosfera svolte dall'Arpa Puglia e risultate, anche da ultimo, nel maggio 2011, del tutto positive".