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Dalla tradizione contadina a quella cristiana, ecco come sono nate le pittule

Dalla storia di una massaia distratta a quella di Santa Elisabetta. Di seguito vengono proposte due delle leggende principali legate alla nascita della pietanza

LECCE - Le pettole, chiamate "pittule" nel Salento centrale e meridionale, sono una pietanza caratteristica della tradizione del territorio. Gustate a partire dal 7 dicembre (vigilia dell'Immacolata Concezione), non possono mancare sulle tavole locali fino al termine del periodo festivo.

In verità, si tratta di una tipicità gastronomica presente in tutta la regione Puglia.

Le origini sono controverse e dibattute. Tra le tante storie raccontate in merito, di seguito vengono proposte due leggende che - nel tempo - hanno provato a ripercorrere la creazione di questa prelibatezza gustosa. Ecco quali sono. 

La tradizione contadina

La nascita delle pittule, nel mondo agricolo, si rifà all'antica vicenda di una massaia tarantina. Quest'ultima, il 22 novembre, nel giorno in cui ricorrono le celebrazioni per Santa Cecilia, iniziò a lavorare una semplice pasta con il pane. La lievitazione, però, proseguì oltre il tempo necessario.

Chiaramente si trattò di un errore, giustificato dal fatto che la donna venne attratta dalla musica di alcuni zampognari che passavano da lì vicino. 

Una volta tornata a casa, e dopo aver constatato che la pasta non poteva più essere riutilizzata come intendeva lei, la cuoca ricavò delle palline che - poi -  inserì nell'olio bollente. La composizione risultante fu apprezzatissima sia dalla propria famiglia che dagli stessi zampognari. 

La leggenda cristiana

La seconda vicenda è pressoché simile a quella esposta precedentemente. Secondo la tradizione cristiana, però, la protagonista della storia è Santa Elisabetta. Ella, infatti, fu distratta da una lunga chiacchierata con la Madonna, e per questo dimenticò l’impasto del pane settimanale, mentre era in lavorazione.

Il composto - dunque - crebbe a dismisura e per recuperarlo non le restò che spezzettarlo e gettare i pezzi di pasta nell’olio bollente.

Forse, proprio per questo nel Leccese le pittule rappresentano il morbido cuscino su cui viene posto il Bambinello.

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