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Appalto pulizie sui treni, a rischio ventiquattro posti a Lecce

Le organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt e Ugl Trasporti hanno proclamato lo stato di agitazione. Martedì incontro in Prefettura alla presenza di Trenitalia e delle aziende appaltatrici

LECCE - Il 1° maggio rischia di diventare una festa al contrario per le famiglie di 24 lavoratori della Boni. Quel giorno ci sarà il passaggio ad altre aziende appaltatrici delle pulizie sugli intercity e negli uffici della stazione di Lecce e se, per effetto della clausola sociale, è garantita l’assunzione dei lavoratori a tempo indeterminato che sono 23, è a rischio quella di chi ha contratti in scadenza o già scaduti. Tra questi: 17 lavorano da oltre 20 mesi con contratti in scadenza il 31 marzo e giunti al massimo delle proroghe (cinque); gli altri 7 scadranno ad aprile al compimento del decimo mese di contratto.

Nell’incontro del 23 marzo, la Boni si è detta disponibile a trasformare i 24 contratti da tempo determinato a indeterminato, solo a condizione che le tre aziende subentranti si impegnino formalmente ad assumere gli stessi al momento del cambio appalto. Ma questa  rassicurazione tarda ad arrivare.

Di fronte a questa posizione, le organizzazioni sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt e Ugl Trasporti hanno proclamato lo stato di agitazione, il blocco degli straordinari e convocato una serie di assemblee. Inoltre hanno ottenuto dalla Prefettura un incontro, che si terrà martedì pomeriggio, alla presenza di Trenitalia e dei rappresentanti delle aziende Boni, Dussman, RekeepRail e CNCP per formalizzare gli impegni e consentire alla Boni di trasformare i contratti. 

“La norma sulla clausola sociale si applica ai lavoratori in organico da prima di nove mesi dalla data di pubblicazione della gara di appalto. Boni però nel periodo di pandemia ha provveduto ad una serie di assunzioni e di turnover tra dipendenti andati in pensione”, spiegano i sindacalisti. “Le aziende che subentrano conserveranno il medesimo volume di lavoro fin qui svolto dalla sola Boni, per cui il personale serve. Sarebbe l’ennesima beffa per un territorio, quello leccese, su cui insiste una stazione di testa continuamente bistrattata da Trenitalia. È passata completamente sottotraccia, ad esempio, la soppressione del treno Venezia-Lecce che fra qualche tempo diverrà Venezia-Bari. Perdere questi treni o ancora non adeguare l’officina di Surbo ai nuovi treni dell’alta velocità significa perdere opportunità occupazionali su un territorio che ha sempre più fame di lavoro. I rappresentanti politici di questa provincia prendano a cuore questi temi, che provocano disagi ai pendolari, ai turisti e soprattutto ai lavoratori”.

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