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Economia

Appello a Bersani contro l’esternalizzazione Mps: “Dal Pd parole chiare”

Le organizzazioni sindacali firmano un appello indirizzato al segretario del Partito Democratico, chiedendo risposte concrete contro la riorganizzazione della banca senese e il rischio precarietà dei lavoratori salentini coinvolti

LECCE - La riorganizzazione di Banca Monte dei Paschi di Siena, il piano industriale e la condizione precaria dei lavoratori salentini interessati sono al centro della lettera appello delle realtà sindacali, indirizzata al segretario del Pd, Pierluigi Bersani. A firmare il testo le segreterie confederali di Cgil Cisl, Uil di Lecce, le segreterie provinciali di Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac-Cgil, Uil-Ca, Sinfub, le segreterie aziendali di consorzio-rete banca Mps.

Nella lettera, si chiarisce come l’impatto del piano industriale sia molto pesante perché “incentrato su una riduzione dei costi strutturali che grava in misura sproporzionata sui lavoratori, sia in termini economici che normativi”: “Rientrano in quest'ambito – chiariscono - le misure proposte dall'azienda di esternalizzare  le attività e i lavoratori del back office e la disdetta del contratto integrativo aziendale”.

A fronte di queste proposte tutte le organizzazioni sindacali, fin dall'inizio della trattativa, hanno opposto una serie di interventi preventivi rispetto alla diminuzione dei costi del lavoro (spese amministrative, consulenze, auto aziendali, benefit remunerazioni del top management, sponsorizzazioni ect..), ritenuti tuttavia non sufficienti dall'azienda per il superamento delle tensioni occupazionali.

Il sindacato ha manifestato la sua disponibilità ad una ulteriore ipotesi di riduzione dei costi del personale partendo dalla ricerca di soluzioni “solidaristiche” e “socialmente sostenibili”. Tra queste, l'attivazione del fondo di solidarietà di sostegno al reddito per la parte relativa al prepensionamento rappresenta una delle misure alternative, indicate dalle organizzazioni sindacali per evitare esternalizzazioni, ma senza ottenere risultati dall’azienda.

“Le conseguenze – precisano - sarebbero veramente drammatiche per i lavoratori coinvolti, in particolare sul nostro territorio (già in seria difficoltà), per la presenza di un polo back office che occupa circa 400 lavoratori. Gli stessi rischierebbero di trovarsi fuori dal gruppo Mps e senza le garanzia del contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria”.

Da qui, l’appello al segretario del Pd contro un piano definito “in linea con la peggiore cultura neoliberista del Paese che pretende di utilizzare questa crisi per indebolire e precarizzare il mondo del lavoro”: “Ci rivolgiamo al Pd – spiegano - per denunciare la situazione di migliaia di lavoratori (molti dei quali giovani) che non possono accettare di diventare il capro espiatorio in questa situazione di difficoltà dell’azienda”. Si chiede a Bersani una posizione “chiara e netta rispetto al problema delle esternalizzazioni”, che “non risponde ad un'esigenza di riduzione di costi, ma ad un disegno abbastanza chiaro di creare un precedente e aprire la strada della precarizzazione, anche nell'ambito del settore del credito”.

“Su questi temi – concludono - si gioca la credibilità di un partito che si propone di essere forza di governo. Pertanto, partendo dalle prossime elezioni primarie, in prospettiva di una difficile  competizione elettorale, riteniamo che una forza democratica debba essere impegnata in prima linea, a sostenere il riconoscimento della dignità e della centralità del lavoro, come motore della crescita e dello sviluppo di questo Paese, nonché  il mantenimento e lo sviluppo della Banca Monte dei Paschi di Siena,  anche su questo territorio”.

 

 

 

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