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Sabato, 20 Aprile 2024
Trecento euro in meno all'Ilaria Alpi di Lecce

Asilo nido comunale, tagli in busta paga alle educatrici: proclamato sciopero

Beffa dei nuovi contratti da gennaio col cambio di gestione. I sindacati: “Situazione inaccettabile”

LECCE – Da gennaio trecento euro in meno in busta paga: è questa la “beffa” dei nuovi contratti per le lavoratici dell’asilo nido comunale “Ilaria Alpi” di Lecce, che hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione per tutelare i propri diritti.

Da gennaio 2023, infatti, la gestione della struttura, di proprietà comunale, passerà ufficialmente alla nuova società, la Cooperativa sociale Gialla che si è aggiudicata l’appalto, ma i nuovi contratti di lavoro proposti alle 14 operatrici dell’asilo nido (10 educatrici, 3 ausiliari e 1 cuoca) prevedono un taglio netto in busta paga, pari a circa 300 euro in meno.

“Una vera e propria beffa ai danni delle lavoratrici” - tuonano concordi le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Uiltucs e Ugl Terziario di Lecce, che ora chiedono l’intervento del prefetto.

“Da tempo abbiamo sollevato il problema e tentato una mediazione con il Comune e il nuovo gestore, senza ottenere risposte adeguate” – affermano i segretari provinciali dei tre sindacati di categoria, Mino Malorgio (Fp Cgil) Antonella Perrone (Uiltucs) e Maurizio Lezzi (Ugl Terziario).

“Quel che più indigna – spiegano - è che la nuova cooperativa ha fatto ricorso all’applicazione di un contratto di lavoro diverso per le dipendenti, il contratto collettivo nazionale di lavoro per le scuole laiche Aninsai, che prevede una retribuzione nettamente più bassa rispetto a quella prevista dal Ccnl per cooperative sociali. Questa scelta ha consentito al nuovo gestore di aggiudicarsi la gara con un progetto che prevede anche il rinnovamento degli arredi dell’asilo”.

“Peccato – proseguono - che questi arredi, di fatto, li pagheranno le lavoratrici! Più volte lo abbiamo fatto presente al Comune di Lecce, che ora si ritrova un po’ ‘ingessato’ dinanzi a questa situazione che non garantisce i livelli salariali e i diritti maturati dalle lavoratrici, né rispetta il valore del loro lavoro. A questo punto ci chiediamo: perché mai persone che svolgono lo stesso lavoro nell’ambito di strutture educative comunali, avranno salari così diversi? Non è accettabile”.

Da gennaio la riapertura dell’asilo comunale “Ilaria Alpi”, che conta circa 60 iscritti, è dunque a rischio. I sindacati si dicono pronti a mettere in campo ogni iniziativa utile a difendere i diritti delle lavoratrici a una giusta retribuzione.

“Non si può consentire alle aziende di mettere le mani in tasca ai lavoratori – rimarcano Malorgio, Perrone e Lezzi - presentando progetti migliorativi, in questo caso di rinnovamento degli arredi della struttura, che vengono finanziati con i soldi delle lavoratrici. In tal senso ci pare che sia un po’ viziata anche l’aggiudicazione delle gare e per questo occorre una verifica puntuale da parte del Comune anche sugli aspetti relativi alla tutela del reddito delle persone impiegate in questi servizi. A questo punto – concludono - chiediamo che l’Amministrazione comunale sia dalla nostra parte, perché andremo avanti a oltranza con lo stato di agitazione finché non verremo ascoltati”.

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