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“Omfesa” ad un passo dalla chiusura. Bellanova sollecita un tavolo nazionale

Un centinaio di operai dell’azienda metalmeccanica di Trepuzzi rischiano il posto. La crisi di liquidità, irrisolta, spinge il deputato Pd a portare il caso a Roma, alla presenza della principale commessa, Trenitalia

LECCE - Un tavolo nazionale per la vertenza che ha travolto gli operai dell’azienda metalmeccanica “Omfesa” di Trepuzzi: a reclamarlo è il deputato del Pd, Teresa Bellanova del Partito Democratico ha scritto al ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.

La parlamentare torna sul caso scoppiato in estate ed ancora irrisolto, definendo l’impossibilità dell’azienda di continuare a lavorare nonostante le commesse aggiudicate, e quindi ad un passo “un vero e proprio paradosso che non possono pagare a caro prezzo i lavoratori e le famiglie, ed al quale ritengo che sia il governo a dover trovare una soluzione”.

Alla voce della parlamentare si affianca quella del consigliere provinciale  Alfonso Rampino, a nome anche del Circolo Pd di Trepuzzi: “La chiusura dell'Omfesa, storico stabilimento del nostro territorio, è il drammatico epilogo di una vicenda che sin dall'inizio è risultata delicata e di difficile soluzione. Penso che la crisi di liquidità, in realtà, rappresenti soltanto la punta dell'iceberg di altri sottostanti ma evidenti elementi di fragilità aziendale. Oggi comunque, siamo tutti chiamati ad assumere un atteggiamento responsabile, con l'obiettivo di stimolare l'intervento di nuovi investitori in grado di immettere capitali freschi, che possano consentire la salvaguardia dei posti di lavoro e la ripresa di uno stabilimento importante per l'economia del territorio”.

Di seguito il testo integrale della lettera inviata a Corrado Passera:”Mi trovo a scriverle per rappresentare la problematica dei lavoratori Omfesa che da tempo mi trovo a seguire e che francamente per i binari che questa vicenda si trova a percorrere mi preoccupa fortemente, poiché pone a rischio il futuro economico occupazionale del territorio salentino.

L'azienda Officine meccaniche e ferroviarie del Salento srl (Omfesa), con sede a Trepuzzi, da anni opera nei settori della costruzione e riparazione di materiale rotabile ferroviario pubblico e privato. La principale commessa di questa azienda arriva dalla società Trenitalia.

A quanto ci risulta sembrerebbe che il blocco o ritardo del pagamento delle fatture da parte della stessa Trenitalia abbia causato una grave crisi di liquidità dell'azienda, alla quale si è reso in questo modo impossibile l'accesso al credito necessario per portare avanti le commesse comunque esistenti e, di conseguenza, la regolare corresponsione degli emolumenti spettanti ai suoi dipendenti.

Questa grave situazione coinvolge circa un centinaio di lavoratori e le relative famiglie che già da mesi si trovano a vivere in una condizione di grave sofferenza. Nel corso di questi mesi diversi tavoli istituzionali territoriali sono stati convocati presso la prefettura di Lecce per tentare di addivenire ad una soluzione proficua per queste persone. Ma oggi la situazione sembra essersi addirittura aggravata.

Oggi si manifesta in tutta la sua drammaticità il rischio concreto di dismissione della Omfesa e di messa in mobilità dei suoi dipendenti. È noto a tutti come la grave crisi economica abbia riverberato sul mezzogiorno d'Italia e in particolare sul Salento i suoi effetti più nefasti, ritengo quindi che spetti a tutti il dovere di fare il possibile affinché questo ennesimo pesante colpo non venga inferto ad una situazione occupazionale, quella salentina, già in condizione di sofferenza al limite, se non già oltre, della sostenibilità.

Per questi motivi le chiedo di istituire al più presto un tavolo nazionale di concertazione tra tutti gli attori coinvolti nella vicenda, al quale ritengo debba essere convocata anche la società Trenitalia, al fine di individuare soluzioni in grado di salvaguardare il futuro di questa azienda, dei suoi dipendenti, delle loro famiglie e del territorio salentino”.

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