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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Report dell'Osservatorio di Aforisma

Bene l’export, ma il saldo è minimo per il boom delle importazioni

In provincia di Lecce nel primo trimestre esportazioni per quasi 197 milioni di euro, ma il valore dei prodotti acquistati all'estero è stato appena inferiore

LECCE - Nel primo trimestre del 2022, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, è aumentato in provincia di Lecce tanto il valore delle esportazioni quanto quello delle importazioni: il risultato è un saldo attivo di appena 3 milioni di euro.

Il dato emerge dal nuovo studio condotto dall’Osservatorio Economico Aforisma, diretto da Davide Stasi, che ha elaborato ed analizzato l’andamento della bilancia commerciale.

Il trend delle esportazioni è in crescita dopo la fase propriamente pandemica e questo è un indice importante per la competitività delle aziende salentine: 138 milioni di euro nel primo trimestre del 2020, poi 151,5 nel 2021 e 196,6 milioni quest'anno. “Negli ultimi anni – ha commentato Stasi – c’è stata una grande richiesta di prodotti agroalimentari, oltre ai macchinari che continuano a rappresentare la quota di mercato preponderante. Molto apprezzati all’estero sono il wine & food che ha trainato al rialzo il giro d’affari dell’industria agroalimentare. Le migliori performance sono state messe a segno dal comparto del vino. Ma buoni risultati sono stati anche quelli messi a segno dal settore dolciario e lattiero-caseario. In crescita anche il comparto della trasformazione degli ortaggi”.

Tuttavia anche il fronte delle importazioni segnala un incremento significativo e, anzi, più repentino: in due anni il valore è raddoppiato passando dai 95 milioni del 2020 ai 193,3 del primo trimestre del 2022. I prodotti chimici valgono poco meno di 28 milioni di euro, circa 20 gli articoli in pelle (escluso l'abbigliamento) e gli accessori, 17 milioni di euro circa gli articoli in gomma e le materie plastiche, 15 milioni i prodotti alimentari e poco meno quelli della metallurgia. Queste le voci principali del capitolo importazioni. 

Si nota anche l'impatto della guerra in Ucraina: l'export per la Russia è passato dai 5 milioni di euro del primo trimestre 2021 a 1,9 milioni di quest'anno (le importazioni sono aumentate, ma il valore supera appena i 300mila euro). Nel rapporto con Kiev, invece, diminuiscono sia le esportazioni, sia le importazioni, ma sempre nell'ordine di poche centinaia di migliaia di euro.

Da un punto di vista storico, ricorda Stasi “il valore più alto è stato raggiunto nel 2001 con oltre 885 milioni di euro di prodotti made in Salento esportati in tutto il mondo, mentre il valore più basso è stato toccato nel 2009, quando l’export si fermò ad appena 318 milioni di euro. Quest’ultimo anno fu fortemente segnato dal crollo delle vendite per gli effetti devastanti della recessione globale; l’anno dopo l’export raggiunse i 352 milioni di euro, ben al di sotto comunque rispetto a due anni prima, quando l’export ne «valeva» più di 577. Altri tempi, si dirà”.

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