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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Spaccatura in Filanto: cassa integrazione, ma non per tutti. Rimane aperta la trattativa

Vertice ministeriale, ma il dicastero del Lavoro interviene telefonicamente. Possibili gli ammortizzatori sociali retroattivi solo per due aziende, Filanto e Italiana Pellami. Filanto s'impegna a ripresentare la domanda di concordato

LECCE – Non si può dire conclusa la vertenza dei 467 lavoratori Filanto che, restati a corto delle mensilità di cassa integrazione nel 2013, hanno scelto di firmare un atto transattivo con l’azienda per recuperare “il minimo sindacale” in termini di copertura economica e contributiva. Elargita la prima tranche di mille euro ciascuno, alla fine di settembre, l’azienda amministrata da Antonio Sergio Filograna si è impegnata a pagare 400 euro ciascuno, a partire dal mese di dicembre. E fino ad esaurimento della particolare posizione di ogni singolo dipendente, che varia a seconda delle cinque aziende appartenenti al cluster calzaturiero: un tempo glorioso impero di Casarano, ora sul viale del tramonto.

Il tavolo ministeriale di ieri alla presenza dei sindacati confederali e di categoria, del dicastero dello Sviluppo economico si è concluso tra i mugugni generali a causa della mancata presenza del rappresentante del ministero del Lavoro, intervenuto in riunione solo mediante un contatto telefonico.

Quell’accordo tra forza lavoro e società comunque, sebbene firmato dai dipendenti con qualche perplessità e la consapevolezza di aver scelto il male minore (preferibile alla strada delle rivendicazioni legali) è stato il lasciapassare per riaprire la trattativa romana sull’ottenimento degli ammortizzatori sociali con effetto retroattivo:  validi a coprire il sussidio che si è perso dopo che, la stessa Filanto, ha scelto di ritirare le richieste di concordato preventivo per tutte le aziende del gruppo.filanto (3)-2-7

Buone prospettive si aprono, dunque, per due società che non hanno usufruito completamente delle varie tipologie di cassa integrazione: Filanto ed Italiana Pellami. Ogni spiraglio è invece chiuso, senza possibilità di replica, per le altre tre Tecnosuole, Zodiaco e Labor, che hanno superato i limiti concessi per il ricorso a tutte le tipologie di sussidio, ordinario, straordinario ed in deroga.

L’azienda si è infine impegnata a ripresentare, entro lunedì della prossima settimana, la domanda di concordato preventivo per le società: l’omologazione della richiesta da parte del Tribunale sarà la premessa per la futura copertura di un ulteriore sussidio economico. Valido per un altro, intero, anno.

Chiaro è, però, che la battaglia per gli ammortizzatori sociali risulta fine a sé stessa, se svincolata dal ritorno dei lavoratori nel cuore della produzione. Una speranza che anche i sindacati non hanno ancora abbandonato: “Questa è l’emergenza che occorre immediatamente tamponare – spiegano Salvatore Giannetto di Uil e Franco Nastrini di Uiltec nel loro cauto giudizio espresso sull’esito del vertice ministeriale -, ma non siamo affezionati alla questione della cassa integrazione. Bisogna puntare sul lavoro, attraverso una programmazione sinergica che coinvolga ogni livello istituzionale".

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