Liberalizzazione degli orari, la Cgil: "Minerà l'occupazione"
Dopo l'entrata in vigore della liberalizzazione degli orari commerciali, partita dal primo gennaio, i portavoce leccesi del sindacato hanno denunciato le aperture selvagge delle attività. "Colpiranno dipendenti e famiglie"
LECCE - Ad appena una settimana dall'entrata in vigore della liberalizzazione degli orari commerciali, che verrà ridiscussa martedì prossimo a Roma, nell'ambito dell'incontro Stato-Regioni, piovono commenti e polemiche. Forse più polemiche. A puntare il dito contro il provvedimento voluto dal governo Monti, che vedrà la possibilità, da parte dei commercianti, di aprire la propria attività fino a 24 ore su 24, i portavoce leccesi della Cgil.
"Un provvedimento assurdo, in un momento di massima contrazione dei consumi" hanno fatto sapere dal sindacato. "Una liberalizzazione selvaggia che spingerà i piccoli esercenti a soccombere". Le apprensioni, in via Merine, non sono solo rivolte ai titolari degli esercizi, ma soprattutto ai lavoratori dipendenti. "Ai prolungamenti degli orari e alle aperture nei giorni festivi e domenicali non ha corrisposto nessun aumento dell’occupazione. Tutt’altro. Prendiamo l’esempio dell’ipermercato "Conad -Lecrerc" di Cavallino che, nel 2011, ha ottenuto 52 aperture domenicali. In tutta risposta, ha messo in mobilità e licenziato 48 lavoratori.La categoria delle donne, rappresenterebbe, a detta dei sindacalisti leccesi, un'ulteriore fonte di preoccupazione.
"Di fronte agli orari massacranti, non ce la faranno a conciliare famiglia e lavoro. Più che rilanciare i consumi, il governo dovrebbe ridurre il peso fiscale sui consumatori, favorire l'incremento di salari e pensioni, non tenere sempre aperti i negozi. Sosteniamo la scelta della Regione Puglia di seguire l'esempio di altre amministrazioni, come quella toscana, rivendicando la competenza sulla materia e impugnando il provvedimento davanti alla Corte costituzionale".
