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L’industria del domani nel Salento. Il piano del lavoro firmato Cgil

Larga condivisione sulle proposte all'incontro a Lecce con la presenza di Elena Lattuada, segretaria Cgil nazionale, e la partecipazione di Regione, Provincia e Confindustria. "Riportare la produzione all'interno delle aziende grazie ad una seria politica del made in Italy"

LECCE - Un Piano del lavoro pensato sui bisogni e le caratteristiche di questo territorio: le proposte che vi sono contenute hanno trovato una larga condivisione da parte di chi ha partecipato oggi all’incontro organizzato dalla Cgil, nella sala conferenze della Cassa edile di Lecce di via Francesco Scarpa. L’assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone, il presidente di Confindustria Lecce Piernicola Leone De Castris e l’assessore al Lavoro della Provincia di Lecce Ernesto Toma, sono i rappresentanti del mondo istituzionale e dell’impresa oggi presenti al confronto sulle proposte formulate del sindacato per il territorio salentino e supportate dalla partecipazione del segretario generale della Cgil Puglia Gianni Forte e dalla segretaria della Cgil Nazionale, con delega all’Industria, Elena Lattuada (nella foto, sotto).

“Da anni è in corso la dismissione dell’impianto industriale del nostro Paese e questo sta avvenendo anche nella colpevole inerzia delle istituzioni. I tempi delle riflessioni sono finiti”, ha dichiarato durante la relazione introduttiva Daniela Campobasso, segretaria confederale della Cgil Lecce. “Tenendo conto delle vocazioni e delle specificità territoriali,  - continua la Campobasso - abbiamo costruito delle proposte, immaginando nel turismo, nell’agroindustria, nel welfare e nel manifatturiero di qualità gli assi portanti per una ripresa dell’occupazione nel Salento”.

All’incontro è stato anche annunciato dalla Cgil lo sciopero unitario del prossimo 15 novembre che vedrà scendere in tutte le piazze d’Italia Cgil Cisl e Uil per chiedere di cambiare la legge di stabilità: “Una manovra che veniva annunciata come un punto di svolta per lavoratori ed imprese, sulla strada della ripresa, e che invece si è rivelata l’ennesima mazzata.-  ha dichiarato il segretario generale della Cgil Lecce Salvatore Arnesano - Ma noi non vogliamo rassegnarci e chiederemo al Parlamento e al Governo di modificare i provvedimenti che frenano la crescita”.

“Non ci può essere crescita che prescinda dalla qualità del lavoro – ha sottolineato il referente regionale Gianni Forte –. Per troppo tempo i provvedimenti si sono concentrati sul costo del lavoro, occorre invece intervenire su altri fattori che aiutino il mondo produttivo a riprendere quota, a partire dal costo dell’energia e dal problema dell’accesso al credito”. “Fortunatamente – continua Forte – sta avvenendo che alcune aziende stiano tornando indietro dalla delocalizzazione, come nel caso di Natuzzi rientrata dalla Romani. Ma se vogliamo chiedere alle aziende di riportare all’interno le produzioni nel nostro territorio, c’è anche bisogno di una politica seria del made in Italy”.

foto Elena Lattuada Cgil nazionale-2L’appello quindi alle istituzioni da parte della Cgil a utilizzare, presto e bene, le risorse del nuovo settennio 2014-20 dei fondi strutturali europei: “Si facciano piani concreti, pensati per i territori, non distribuzione di soldi a pioggia”, ha ribadito Elena Lattuada, sindacalista nazionale con delega alle politiche industriali. La Lattuada, a questo proposito, ha sottolineato l’importanza che riveste il welfare lo sviluppo e l’occupazione del Paese.

La segretaria è intervenuta anche sulla necessità di guardare al Salento sapendo riconoscere nei comparti produttivi “gli elementi di eccellenza e gli spazi possibili da cui partire per rilanciare il territorio. Non basta tamponare le emergenze della crisi, bisogna trovare le strade per ripartire”. “Penso al tema del recupero ambientale del territorio – aggiunge– che ha anche ricadute industriali e occupazionali, non solo sulla salute dei cittadini”.

Un riferimento quindi agli interventi nazionali per una ripresa economica e occupazionale del paese: “Vanno spostati i pesi della Legge di stabilità in fase di approvazione - ha spiegato Elena Lattuada -. Noi chiediamo una tassazione progressiva dei grandi patrimoni e l’utilizzo di queste risorse per ridistribuirle e incoraggiare la ripresa dei consumi interni, senza la quale rimarremo intrappolati in un circolo vizioso. Continuare a penalizzare lavoratori e pensionati non produce altro che stagnazione dei consumi e freno alla crescita”.

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