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Cl si incontra per discutere su “La crisi, sfida per un cambiamento”

Incontro con Paolo Antonio Cucurachi, docente di Economia degli intermediari finanziari nell’Università del Salento, Oronzo Sticchi, Amministratore di Svic s.r.l., e Costantino Esposito,docente di storia della Filosofia a Bari

LECCE – Un incontro con Paolo Antonio Cucurachi, docente di Economia degli intermediari finanziari nell’Università del Salento, Oronzo Sticchi, amministratore di Svic s.r.l., e Costantino Esposito, docente di Storia della filosofia nell’Università di Bari, sul documento di Comunione e Liberazione “La crisi, sfida per un cambiamento”. L’appuntamento è per sabato 14 aprile alle 17.30 nel Cine Teatro Salesiani, in via dei Salesiani 4 a Lecce, con ingresso libero.

Da Milano a Napoli, da Palermo a Trento. Sono un centinaio gli appuntamenti che, in tutta Italia, stanno mettendo a tema il documento “La crisi, sfida per un cambiamento”, coinvolgendo decine di migliaia di persone e numerosi relatori tra economisti, imprenditori, politici, giornalisti. Solo il primo incontro al Forum di Assago ha visto la partecipazione di 10 mila persone, perché il tema ci riguarda tutti e sempre più da vicino.

Il documento vuole aprire un dialogo per favorire la ripresa del paese, portando il contributo della riflessione elaborata da Comunione e Liberazione, espressione di quella comunità cristiana che si sente profondamente partecipe della vita della società e desidera perciò comunicare esperienze, idee, prospettive di impegno comune.

“Davanti alla crisi - dice il documento - molti si limitano a subirla cercando solo i colpevoli e non le soluzioni, altri la ignorano (dopo averla provocata) senza mettersi in discussione. Possiamo, invece, sperare di uscire dalla drammatica situazione attuale se tutti - compresi i governanti che oggi hanno la difficile responsabilità di guidare il Paese attraverso questa profonda crisi - decidiamo di non ridurre il nostro desiderio”.

“Solo chi non si è rassegnato a una misura ridotta del proprio desiderio e per questo lavora e costruisce - in università come in azienda, in politica come in fabbrica - mosso anche da una passione per l’uomo, dà il primo e vero contributo al bene di tutti. Gli esempi positivi e controcorrente non mancano (nelle famiglie che riscoprono sobrietà e solidarietà, tra gli insegnanti, nelle imprese e fra i giovani) e la crisi ci dà l’opportunità di farci domande, riscoprire valori, pensare e realizzare nuovi modelli di sviluppo, stimolando creatività, ingegno, forza di aggregazione”.

L’invito è quello di andare oltre gli sterili schieramenti di potere (interessati a mantenere lo status quo) e le ideologie, per sostenere insieme il bene comune. Tra gli strumenti indicati vi sono la difesa della vita, la valorizzazione del merito, la libertà della scuola, la semplificazione burocratica, la lotta al clientelismo, la difesa dell’ambiente, il sostegno ad un welfare ispirato al principio di sussidiarietà e la creazione di un federalismo fiscale che possa stimolare un’amministrazione migliore.

Si può rilanciare lo sviluppo e la speranza del Paese scommettendo sugli «io» in azione − persone e comunità −, e riconoscendo il ruolo decisivo dell’educazione, dalla quale dipende il futuro di un popolo. E l’educazione non riguarda solo i giovani, ma tutti.

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