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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Coldiretti: “I consorzi di bonifica non sono inutili carrozzoni da cancellare”

Il direttore della sezione leccese, Benedetto De Serio, ritiene necessarie gli approfondimenti sui piani di classifica, richiedendo le necessarie modifiche per renderli conformi all’oggettiva realtà territoriale dei diversi comuni

LECCE - Consorzi di bonifica verso la ristrutturazione organizzativa, ma da non considerare inutili carrozzoni. È questo il parere di Coldiretti Lecce, che, attraverso il proprio direttore, Benedetto De Serio, fa sapere di ritenere giusto apportare tutte le necessarie modifiche ai piani di classifica, in modo tale da renderli conformi all’oggettiva realtà territoriale dei diversi comuni.

“È altresì sacrosanto – afferma - rispondere al principio stabilito con i pronunciamenti della Corte di Cassazione a sezioni riunite in base al quale ci deve essere una correlazione diretta tra il contributo di bonifica e i benefici che l’opera di bonifica apporta all’immobile assoggettato a contributo. Ma è altrettanto necessario non far passare il luogo comune che i Consorzi di bonifica siano degli inutili carrozzoni da cancellare”.

Secondo il direttore di Coldiretti Lecce, sarebbe viceversa necessario ed improcrastinabile riaffermare la strategicità di questi enti, per un migliore utilizzo dell’acqua e della salvaguardia dei territori in modo più razionale e sostenibile, allo scopo di consentire una interazione fra  rispetto dei requisiti della condizionalità da parte delle imprese ed azioni a valenza ambientale volte a favorire la diffusione di sistemi irrigui e di regimentazione delle acque coerenti con il bilancio idrico di bacino e lo stato vegetativo delle colture.

“Non possiamo in alcun modo permetterci – sottolinea - di ignorare il ruolo che avranno i consorzi di bonifica per garantire alle imprese agricole di ricevere pagamenti diretti per il ‘greening’ e sfruttare le risorse per gli investimenti nei futuri piani di sviluppo rurale. In una recente proposta presentata dalla commissione europea per lo sviluppo rurale, attraverso gli investimenti in infrastrutture irrigue, è richiesta la dimostrazione che da essi derivi un risparmio di almeno il 25 per cento della risorsa idrica; senza il concorso di sistemi collettivi di irrigazione questa dimostrazione non può praticamente essere data”.

Inoltre, secondo Coldiretti, la partecipazione ad enti di irrigazione collettiva e la loro efficienza sono condizioni essenziali per consentire alle imprese di dimostrare di aver assolto agli obblighi di condizionalità. Ed è proprio sul recupero di efficienza del sistema consortile che la Coldiretti di Lecce ritiene di doversi concentrare di più.

“Concordiamo sul principio che i piani di classifica sono fatti per programmare il futuro e non per sanare il passato – afferma De Serio -, e che in nessun caso è pensabile che i produttori agricoli possano farsi carico, in un momento come questo, di scelte improvvide che hanno contraddistinto la storia dell’ultimo decennio. Ma è anche necessario impegnarsi ad individuare e pianificare la migliore ristrutturazione organizzativa dei consorzi, ridisegnati nei nuovi comprensori di bonifica, valorizzando ogni possibile elemento di razionalità inteso a rendere proporzionale il costo per gli utenti ai benefici ricevuti”.

“Se è vero – prosegue De Serio - che gli incriminati piani di classifica, così come sono stati proposti, già riducono del 50 per cento la superficie perimetrata, non vi è alcun dubbio che la macchina organizzativa vada rimodulata in ragione del principio che non è pensabile scaricare sull’utenza costi impropri, riconducibili ad inefficienze di sistema”.

Il direttore di Coldiretti Lecce ritiene, infine, indispensabile che gli agricoltori non rinuncino mai alla necessità di una gestione unitaria del territorio. Stessa cosa viene richiesta ai comuni. Diversamente un frazionamento spinto delle competenze produrrebbe, a giudizio di De Serio, solo “guasti insanabili al territorio, sia in termini di dotazioni infrastrutturali sia in termini di disattivazione dei principali presidi di salvaguardia ambientale”.

 

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