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Economia

L'azienda: "Assurdo rinunciare a un contratto per poche decine di chilometri"

Il legale di Call Marketing precisa la posizione della società rispetto alla questione del trasferimento da Acquarica di Lecce ad Acquarica del Capo

LECCE – La vertenza una trentina di dipendenti di Call Marketing (call center) che rifiutano il trasferimento da Acquarica di Lecce ad Acquarica del Capo dove l’azienda ha un’altra sede, è approdata ieri sul tavolo della prefettura con un incontro preliminare nel quale Slc Cgil ha chiesto la convocazione anche di Idroservice, la società che affida le commesse al call center.

Oggi interviene il legale di Call Marketing, l’avvocato Danilo Lorenzo, con una serie di precisazioni riportate di seguito: “Giova innanzi tutto evidenziare come i lavoratori oggi in sciopero sono stati regolarmente assunti con contratto di lavoro a tempo indeterminato come operatori di call center e ciò, nella attuale situazione in cui versa il mercato del lavoro, non è cosa di poco conto”.

“Giova, altresì, evidenziare che il trasferimento disposto dalla società Call Marketing di detti lavoratori (avvenuto a causa della intervenuta indisponibilità dei locali ubicati presso lo stabilimento di Vernole) è avvenuto nell’ambito della stessa provincia di Lecce e la nuova sede di lavoro ubicata ad Acquarica del Capo era già occupata da altri lavoratori ed organizzata con le postazioni necessarie per lo svolgimento dell’attività lavorativa”.

“In altre parole, contrariamente a come si è cercato di far credere in maniera falsa e fuorviante, non vi è stata alcuna volontà del datore di scegliere intenzionalmente la sede di Acquarica del Capo per creare un disagio ai propri dipendenti, atteso che detta sede era già operante, organizzata con postazioni e utilizzata da altri dipendenti e collaboratori della Call Marketing”.

“Si evidenzia, poi, che lo stipendio percepito dai dipendenti è superiore rispetto a quello proclamato nei giorni scorsi a mezzo stampa, così come la distanza della nuova sede di lavoro è sensibilmente inferiore a quella divulgata. Altro fatto di cui dispiace evidenziarne la mera strumentalità consiste nel tentativo di far passare il trasferimento dei lavoratori come mezzo per “costringere” (sic) i dipendenti a rinunciare al contratto di lavoro”.

“Sotto tale aspetto si evidenzia che si tratta di mere dietrologie del tutto lontane dalla verità poiché l’azienda non ha nessuna intenzione di rinunciare ai propri dipendenti e non ha posto in essere nessuna scelta finalizzata a indurre gli stessi a presentare le proprie dimissioni. D’altra parte sarebbe veramente assurdo poter pensare che un lavoratore a tempo indeterminato rinunciasse al proprio posto di lavoro fisso per non voler compiere un tragitto di poche decine di chilometri per recarsi sul posto di lavoro. Si tratterebbe di una offesa a tutti i lavoratori realmente pendolari che ogni giorno compiono spostamenti consistenti per potersi recare sul posto di lavoro”.

“Da ultimo si evidenzia che non è vero che l’azienda abbia rifiutato un incontro tra le parti; anzi si è tentato un dialogo cercando un incontro presso la sede di Confindustria; incontro a cui Call Marketing ha sempre dato la propria disponibilità”.

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