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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Confindustria stanca del clima anti-impresa: "Invochiamo un vero patto sociale”

L'associazione degli industriali di Lecce risponde piccata alle dichiarazioni del sindacalista Fiom Bergamo relative a "imprenditori incapaci". "Parole populiste, serve collaborazione tra le forze sociali per risalire la china"

 

LECCE - "Se i politici ladri devono andare a casa, ci devono andare anche gli imprenditori incapaci". Il commento di Salvatore Bergamo, segretario leccese dei metalmeccanici, rilasciato al margine dell'attivo provinciale Fiom, non ha lasciato indifferenti i vertici di Confindustria Lecce che rispondono con una nota, a distanza di pochi giorni da quelle dichiarazioni.

“Stupiscono ancora una volta le esternazioni di chi, probabilmente, non conosce a pieno, o fa finta di non conoscere, gli sforzi che le imprese da ben sette anni stanno profondendo per superare la crisi e mantenere i livelli occupazionali. Siamo stanchi, come hanno ribadito nel corso dell’Assemblea pubblica di Confindustria Lecce, rispettivamente il presidente nazionale Giorgio Squinzi e il presidente di Lecce, Piernicola Leone de Castris, del diffuso clima anti - impresa, che aleggia sul territorio ed in Italia. Clima che non aiuta chi, giorno dopo giorno, combatte al fianco dei propri dipendenti, continuando a credere sul futuro di questo territorio”.

Il commento è del presidente della sezione metalmeccanica di Confindustria Lecce, Giacinto Colucci,che risponde alle dichiarazioni del segretario Fiom Bergamo, il quale, "per giustificare lo sciopero del 6 dicembre ispirato, probabilmente, a questioni contrattuali, – attacca i “politici ladri” e gli “imprenditori incapaci”, coinvolgendo ingenerosamente importanti realtà industriali del Salento".

Si tratterebbe, per l'associazione degli industriali, di parole "offensive e populiste, che sicuramente sviliscono l’importante ruolo che il sindacato può e deve avere in contesti economici simili e che comunque non tengono conto delle diverse realtà aziendali".

“E’ assurdo - continua Colucci - accomunare aziende che continuano ad investire e portano alto il nome del Salento, nonostante le grandi difficoltà, e in alcuni casi evitando anche il ricorso alla cassa integrazione, ad altre che si caratterizzano per peculiarità aziendali differenti e che, in ogni modo, vanno tutelate, perché vivono contesti di crisi dovuti a carenze di commesse generate da un ridimensionamento del mercato globale o problematiche di accesso al credito”.

“Nel rinnovare l’impegno di Confindustria Lecce e delle imprese associate per lo sviluppo – conclude il presidente –auspichiamo davvero un patto sociale, come ribadito nel corso della stessa assemblea, tra istituzioni, imprese, sindacati, banche, e così via per poter ricominciare insieme a risalire la china in un clima costruttivo e di fiducia reciproca fra gli attori del sistema”

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