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Economia

Confindustria, verifica su ricollocazione operai Bat

Ottimismo al margine del vertice convocato con i sindacati: entro la fine luglio il colosso inglese consegnerà la Manifattura di Lecce alle due aziende subentranti. Operai a lavoro entro il 2011

LECCE - Ritardi e lungaggini nel piano di riconversione industriale sottoscritto da Bat Italia, hanno fatto scattare l'allarme sull'effettiva ricollocazione lavorativa dei 400 ex dipendenti del colosso inglese che produceva sigarette nel sito di Lecce: divisi tra le due aziende Iacobucci e Korus, di fatto non inizieranno a lavorare a settembre, come previsto in un primo momento.

Oggi, un vertice tecnico in Confindustria Lecce alla presenza dei vertici aziendali e dei rappresentanti di tutti i sindacati metalmeccanici ed alimentaristi, è servito proprio a far luce su queste criticità e a indicare un termine ultimo per il reinserimento delle unità lavorative attualmente in mobilità: a settembre partiranno i corsi di formazione professionale, della durata di tre mesi, che si concluderanno con l'assunzione, entro fine, di tutti gli ex dipendenti Bat nelle imprese subentranti. Entro fine febbraio, troveranno una collocazione certa anche gli operatori del settore terziario e dell'indotto.

Bat Italia ha quindi una data ultima per l'insediamento di Korus e Iacobucci nel sito: entro fine luglio, infatti, la Manifattura Tabacchi sarà pronta ad ospitare i nuovi macchinari e le linee produttive.

Tutto sembra procedere, dunque, secondo gli accordi firmati presso il Ministero dello Sviluppo Economico, salvo imprevisti e una nuova verifica sullo stato dell'arte dei lavori entro il mese prossimo.

"E' decisamente positivo il fatto che il tavolo delle trattative si sia spostato da Roma a Lecce, sul territorio interessato dal problema - ha sottolineato Sergio Calò della Fim Cisl - ora continueremo con tutte le verifiche necessarie a confermare la bontà delle parole dette".

Anche il segretario generale della Uil, Salvatore Giannetto, ha espresso un ottimismo e una soddisfazione per l'esito del vertice condivisa da tutti i sindacati, anche in considerazione del fatto che 33 ex dipendenti hanno già iniziato a lavorare presso le sedi italiane di Iacobucci e Korus.

Più critica rimane invece la posizione dei 19 dipendenti pubblici della Manifattura: "per loro, dopo la privatizzazione dei monopoli di Stato nel 2009, è scaduto anche il decreto che prevedeva il loro inserimento in altri comparti della pubblica amministrazione - chiarisce Roberto Natali della Flai Cgil - sulla loro posizione, il Ministero dello Sviluppo Economico ha parzialmente disatteso gli accordi perché non ha proposto nessun emendamento per salvaguardare la loro previdenza sociale che rimarrà pubblica nonostante la nuova assunzione nel privato".

Bellanova: "Governo fugge dagli impegni"
"Procede sulla fiducia la riconversione Bat. Anche dalla riunione di oggi non è scaturita alcuna certezza per i lavoratori, a cui non resta altra possibilità che fidarsi delle dichiarazioni d'intenti dell'azienda". Così il deputato del Pd, Teresa Bellanova, a margine dell'incontro in Confindustria.

"Resta tuttavia grave il disimpegno del Governo riguardo alla situazione dei 19 lavoratori ex Monopoli di Stato. L'emendamento numero 9.5 che avevo presentato al Dl 70/2011 - sottolinea -, che mirava ad estendere la possibilità di ricollocamento all'interno della pubblica amministrazione anche a questi lavoratori, provenienti dal settore pubblico, purtroppo si è infranto contro il parere negativo di un Governo che sulla vicenda Bat continua a sfuggire alle proprie responsabilità. Un Governo che sfugge colpevolmente agli impegni accordati in sede ministeriale, un Governo che a porte chiuse si dichiara disponibile a presentare emendamenti volti a sostenere tale processo, ma che poi non solo non fa nulla, ma addirittura dichiara inammissibili anche quelli presentati dall'opposizione".

"Per quanto nelle mie possibilità - conclude - posso assicurare che continuerò a vigilare, come fatto senza tregua da quando la multinazionale ha deciso indisturbata di chiudere lo stabilimento leccese, affinché le speranze di tutti i lavoratori coinvolti non vengano tradite".

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