rotate-mobile
Economia

Controlli sismici, i legali dell'ateneo: “La partita non è chiusa”

La sentenza della Corte di giustizia europea sembrava dar ragione agli ingegneri della Provincia di Lecce che contestavano il mancato bando di gara. Difensori dell'ateneo: "Alcuni limiti non chiari, deciderà il Consiglio di Stato"

LECCE - E’ ancora polemica intorno alla decisione della Asl di Lecce di affidare agli ingegneri dell’ateneo salentino la verifica di vulnerabilità sismica degli ospedali della provincia. La partita giuridica non sembra essersi conclusa, almeno fino a quando, sul caso, non si sarà pronunciato anche il Consiglio di Stato.

Contro l’affidamento dell’incarico per i controlli antisismici, avvenuto senza un bando di selezione pubblica, era insorto l’ordine degli ingegneri della Provincia di Lecce per tramite dell’avvocato Piero Quinto. Le carte relative alla convenzione Asl – Università del Salento sono, quindi, finite sulla scrivania del Tar per una presunta violazione della normativa comunitaria in materia di appalti pubblici.

Sulla controversia è arrivato, proprio ieri, anche il parere della Corte di giustizia europea, accolta favorevolmente dall’ordine degli ingegneri e dal legale Quinto, secondo il quale la decisione definisce i limiti di un possibile accordo tra gli enti, in deroga alla normativa. Sostanzialmente la Corte ha stabilito che un contratto stipulato tra le pubbliche amministrazioni (senza previa gara) si pone in contrasto con il diritto dell’Unione Europea, salvo che non debba garantire lo svolgimento di un servizio pubblico comune agli enti, o non sia retto dall’esigenza di perseguire un obiettivo di interesse pubblico, oppure ancora sia tale da porre un soggetto privato in una condizione privilegiata rispetto ai concorrenti.

Oggi sono entrati nel merito della questione, ridimensionando i possibili trionfalismi, anche i difensori dell’ateneo, gli avvocati Ernesto e Saverio Sticchi Damiani, che parlano di una sentenza “che non dà luogo a vincitori e sconfitti ma che, come è proprio della funzione della Corte, si limita ad affermare i principi di diritto applicabili alla fattispecie”.

In particolare, secondo la loro interpretazione, la Corte avrebbe chiarito che le norme in materia di appalti pubblici non sono applicabili agli accordi di collaborazione tra pubbliche amministrazioni in presenza di una serie di presupposti. Alcuni di questi limiti sono ritenuti già sussistenti nel caso specifico, spiegano i due legali, mentre per altri sono state espresse perplessità demandando al Consiglio di Stato, che le aveva rimesso la questione pregiudiziale, “di provvedere agli accertamenti necessari”.

E comunque, in termini più generali, sempre secondo loro, l’indicazione più rilevante della sentenza sarebbe che, “ove le Università svolgano attività di ricerca scientifica in collaborazione con altre pubbliche amministrazioni e ciò non porti a favorire soggetti privati, ai relativi accordi non si applica la disciplina degli appalti pubblici”.

La vicenda processuale sarebbe, quindi, “del tutto aperta” e l’ultima parola spetta al Consiglio di Stato, in un’udienza ancora da fissarsi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Controlli sismici, i legali dell'ateneo: “La partita non è chiusa”

LeccePrima è in caricamento