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Venerdì, 29 Marzo 2024
Situazione delicata

Crisi edicole, anche nel Salento l’adesione al manifesto per salvare il settore

Singolare protesta del sindacato giornalai che invita ad affiggere un volantino sarcastico sulla “sparizione” delle attività: da tempo si chiede l’aggiornamento di un accordo con gli editori e degli aggi sulle vendite

LECCE - Edicole in crisi come nel periodo prepandemico: è il grido d’allarme lanciato da Sinagi., il sindacato nazionale dei giornalai, che fotografa la situazione di difficoltà del settore e sceglie una forma di protesta singolare, volutamente sarcastica e che coinvolge anche le attività salentine, per sottolineare il momento delicato.

Si tratta di un manifesto che annuncia “finalmente” la chiusura delle edicole, ma nel messaggio c’è appunto la volontà di ricorrere al sarcasmo per indicare la problematicità di quanto si sta consumando, nel silenzio generale.

In epoca prepandemica, si era arrivato a calcolare che fossero circa 4mila le attività del settore costrette a chiudere i battenti ogni anno. I motivi erano plurimi, ma prevalentemente alla base c’era e c’è ancora la forte e progressiva diminuzione della vendita dei quotidiani cartacei, arrivata in qualche caso anche all’88% rispetto al passato. La sproporzione tra costi di stampa e distribuzione e i ricavi dalle vendite ha, tra l’altro, convinto diverse testate a non far arrivare più le copie in diverse regioni d’Italia, causando così un’ulteriore diminuzione delle vendite in edicola, o addirittura di non stampare più l’edizione cartacea, preferendo lo spostamento su piattaforme web.

Con l’inizio della pandemia, le edicole sono state incluse nelle attività essenziali e sostenute con alcune misure straordinarie, ma quei bonus, passata l’emergenza, sono terminati e si sono riproposti i soliti problemi. A rendere più complessa la situazione il mancato aggiornamento di un importante accordo nazionale tra editori e giornalai, scaduto da dodici anni e che comprende l’aggio per gli edicolanti (ovvero il guadagno dell’edicolante sulla copia venduta di quotidiano o periodico), e la mancata pubblicazione dei bandi relativi all’editoria del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNNR), con cui il governo italiano spiega come intende spendere i finanziamenti che arriveranno dall’Unione Europea.

Nel comunicato a firma di Giuseppe Marchica, segretario Generale Si.Na.G.i., che spiega il senso dell’iniziativa promossa con l’affissione per gli edicolanti del manifesto “sarcastico”, chiarisce: “L’esistenza delle edicole e la loro sopravvivenza, sono elementi fondamentali per tutta l’editoria, un valore a cui un Paese democratico non può rinunciare. L’edicola va riconosciuta, oltre per quello che è (presidio fondamentale per la diffusione dell’informazione scritta), anche come centro polifunzionale per i servizi utili ai cittadini, servizi per le amministrazioni comunali e regionali, ma anche per le Asl, per le aziende di trasporto pubblico, per i quartieri, per le biblioteche e per tutte quelle strutture pubbliche dove si recano normalmente i cittadini per le loro esigenze”.

Per Machica, le necessità sono quelle evidenziate da anni e che si possono così riassumere in modo sintetico nella richiesta di rinnovo dell’Accordo Nazionale a partire dal riconoscimento dei 10 centesimi chiesti in aggiunta agli aggi, e dall’incremento di almeno 5 punti percentuali sull’aggio di tutti i prodotti per ragazzi, bustine, card, figurine, buste, giochi eccetera; e ancora il mantenimento dei finanziamenti diretti e indiretti all’editoria, modificando le attuali disposizioni che vedono gli editori come unici beneficiari, destinando almeno un terzo dei finanziamenti complessivi alle edicole.

Per il segretario del sindacato giornalai italiani, servirebbe un piano straordinario di sostegno alle edicole, con contributi a fondo perduto oltre a stabilizzare il credito d’imposta portandolo a 6.000 euro, “inserendo – sottolinea - tra le voci da poter detrarre, i costi sostenuti per l’Inps, in modo da mantenere una rete diffusa a garanzia della possibilità per l’editoria, anche quella media e piccola, di poter arrivare a tutti i cittadini italiani”.

Tra le richieste, anche la revisione dell’utilizzo del Pos per le edicole, poiché con gli aggi attuali, l’acquisto di un giornale tramite strumenti elettronici, costerebbe quasi il 20% del guadagno rendendo il pagamento elettronico del tutto “antieconomico”.

Da qui l’invito a tutti i giornalai ad esporre nella propria edicola il manifesto per evidenziare il sostanziale silenzio che circonda la categoria. L’obiettivo è aprire il confronto con governo, editori e distributori.

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