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Economia

Dichiarazioni dei redditi 2013: oltre i 120mila euro 581 contribuenti

Pubblicato un report a cura di Confartigianato Imprese su dati del ministero delle Finanze. La fetta più cospicua di chi paga le tasse si colloca nella finestra fino a 10mila euro. In 1755 hanno dichiarato tra i 55mila e i 75mila euro

LECCE – Sono circa 28mila i contribuenti leccese che dichiarano fino a 15mila euro di reddito all’anno. Lo si evince da un report del Centro studi di Confartigianato sulla base del ministero dell’Economia e delle Finanze. Sono 281 milioni gli euro pagati come imposta sul reddito nel capoluogo salentino, dove l’addizionale regionale vale 19 milioni mentre quella comunale quasi 8.

I “ricchi”, cioè coloro che hanno dichiarato oltre 120mila euro sono stati 581. Dal raffronto con il panorama pugliese emerge che a Bari ci sono 1773 contribuenti che superano i 120mila euro, a Barletta sono 164, a Brindisi 192, a Foggia 396, a Taranto 486.

La fetta più cospicua di contribuenti leccesi, poco più di 20mila si situa tra il reddito zero e i 10mila euro. Segue la fascia tra 15mila e 26mila con 15249 contribuenti. In 13332 hanno dichiarato tra i 26mila e i 55mila euro.  In 7490 hanno documentato un reddito tre i 10 e i 15mila euro. mentre A in 1755 guadagnano tra i 55mila e i 75mila euro.

Francesco Sgherza-2“I dati elaborati dal nostro Centro studi regionale – spiega Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – mettono in evidenza un segnale inequivocabile: il reddito dei cittadini pugliesi, il cui valore medio è già di per sé di gran lunga inferiore a quello nazionale, è in preoccupante calo. Questo dato, unito alla perdita del potere d’acquisto accumulatasi negli ultimi anni, significa non solo che i pugliesi hanno sempre meno denaro da spendere, ma che con quanto a loro disposizione riescono ad acquistare meno beni e servizi”.

“A complicare il quadro a livello locale – rimarca il presidente – l’incremento delle addizionali, quasi sempre reso necessario dai tagli dei trasferimenti da parte dello Stato centrale. E’ del tutto evidente – osserva – che l’effetto negativo di un complessivo calo del reddito si ripercuote a valanga sull’intera economia, ed in particolare sulle piccole imprese e sulle imprese artigiane, che vedono sempre più assottigliarsi la capacità di spesa della propria clientela. Sgravi e contributi per l’acquisto di particolari tipologie di beni sono soluzioni efficaci, ma temporanee. La ripresa economica – conclude Sgherza – passa da un recupero stabile e duraturo dei livelli di reddito e del potere d’acquisto, in primo luogo delle famiglie”. 

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