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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Diecimila lavoratori "salvati" dalla cassa covid. Uil: "Ancora problemi nel Salento"

Tra aprile 2020 e settembre 2021 in provincia di Lecce sono state autorizzate oltre 36milioni di ore. Il segretario Giannetto: "L'economia adesso sta ripartendo ma alcuni settori lavorativi sono in sofferenza"

LECCE – Sono 10mila i lavoratori salentini che hanno usufruito degli ammortizzatori sociali durante i mesi più neri della diffusione del famigerato virus. Il sindacato Uil ha rielaborato i dati Inps, restituendo un quadro occupazionale a tinte fosche. Tra aprile 2020 e settembre 2021 in  provincia di Lecce sono state autorizzate 36milioni e mezzo di ore di cassa integrazione con causale covid-19.

In appena 18 mesi, il valore ha superato di almento 10 volte quello dello range di tempo, nell'anno precedente. In totale, su scala regionale, i lavoratori che hanno usufruito della cassa sono stati 94mila 723.

A livello nazionale, l'Inps ha autorizzato circa 6,4 miliardi di ore tra cassa integrazione ordinaria, in deroga, Fis e altri fondi di solidarietà bilaterali. Se a queste ore si aggiungono le ore autorizzate senza causale Covid (cig straordinaria e ore autorizzate di cig ordinaria) si arriva a circa 6,8 miliardi di ore.

Secondo il segretario generale Uil Lecce, Salvatore Giannetto, questi numeri hanno avuto un forte impatto sul tessuto economico del Salento, già piegato dagli alti tassi di disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile, e dal diffuso precariato.

“Per avere un quadro completo delle difficoltà incontrate dai lavoratori durante i mesi più critici della pandemia, inoltre, occorre tener presente anche la mole di richieste di accesso alle misure straordinarie come indennità covid autonomi e dipendenti con carriere discontinue, congedi parentali, bonus baby sitter e così via”, puntualizza il sindacalista.

C'è da dire che negli ultimi tempi l'economia si è rimessa, ma il mercato del lavoro salentino è alle prese con diversi problemi irrisolti e sofferenze che toccano alcuni settori, come il manifatturiero e il comparto dello spettacolo e delle attività culturali.

“La cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti – analizza Giannetto - hanno contribuito alla tenuta dell’occupazione più stabile. La cassa Covid-19 è stata prolungata fino al 31 dicembre prossimo, ma per i soli settori dei servizi e del terziario che più di altri si trovano in uno stato di sofferenza”.

Secondo la Uil ora occorre mettere in campo il raccordo tra politiche passive e attive per coinvolgere i lavoratori in percorsi formativi ad hoc, adottando da subito le misure previste dal programma nazionale garanzia occupabilità dei lavoratori (Gol).

“Le ingenti risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza vanno spese per accrescere e migliorare i servizi dedicati alle migliaia di lavoratori, che dovranno essere ricollocati o accompagnati nella difficile transizione da un posto di lavoro ad un altro. L’auspicio del sindacato – conclude lui - è che le nostre istituzioni sapranno cogliere questa occasione straordinaria di crescita e sviluppo per creare nuova e buona occupazione per i giovani e le tantissime persone che in questi ultimi due anni hanno sofferto la crisi dovuta all'emergenza sanitaria”.
 

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