Dopo “Poseidon” naufraga “South Stream”. Otranto fuori dalla guerra del gas
Il primo gasdotto della Edison era stato scartato per la concorrenza più forte del Tap, con approdo a Melendugno, oggi il progetto Gazprom-Eni viene meno per la non sostenibilità economica. Col beneficio della costa salentina
OTRANTO – Fuori dalla “guerra del gas” e dagli interessi dei colossi petroliferi che gestiscono la corsa ai gasdotti: Otranto tira un sospiro di sollievo, dinanzi alla notizia, che anche il secondo condotto per il trasporto del gas in Italia dalla Russia e dall’Europa dell’Est non si realizzerà nelle sue acque e non intaccherà la bellezza del suo mare.
È di queste ore, infatti, la notizia che il tratto “South Stream” del gasdotto progettato dalla Gazprom-Eni, che doveva trasportare le energie dalla Russia all’Italia, passando dalla Grecia e dal canale di Otranto, è stato cancellato. Ad annunciarlo è stato Leonid Chugunov, capo del progetto, che ha giustificato questa scelta, evidenziando la non sostenibilità economica del tratto a sud. Il gasdotto, pertanto, si farà, ma interesserà il percorso a Nord, con approdo a Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia, dove l’avvio dei lavori è previsto per il 7 dicembre.
Si tratta, in realtà, della seconda “fine” anticipata di un progetto di gasdotto. Il primo a naufragare è stato quello, peraltro più noto, della Edison, il cosiddetto “Poseidon”, che ben più attenzione aveva mosso alla sua presentazione: il progetto di riferimento avrebbe, diversamente da “South Stream”, condotto le risorse energetiche dalla Russia, attraverso Turchia-Grecia ed Italia, con approdo ad Otranto, sulla stessa tratta dove è collocato il metanodotto.
A sancire la fine di “Poseidon” la concorrenza spietata del Tap, l’altro progetto che ha stabilito il proprio punto di attracco a San Foca, nel territorio di Melendugno: pochi mesi fa, infatti, il consorzio azaro Shah Deniz (quello dei padroni del gas), tra i due progetti ha preferito il secondo, nonostante la Grecia e l'Italia, attraverso gli accordi stipulati nell'ultimo decennio, avessero promosso l'opzione Poseidon (in cui è presente anche Edison).
L’approdo di Otranto, dunque, era stato bocciato, contro il parere del ministero per lo sviluppo economico italiano, che riteneva fosse più concreta e facile l’attivazione di questa tratta. Com’è noto, tra l’altro, il Tap non gode dei pareri favorevoli degli enti locali e della cittadinanza attiva: quindi, il suo futuro resta un’incognita. Quanto al progetto “Gazprom-Eni”, l’accordo era stato firmato a Mosca nel 2007, con il favore del governo italiano e russo, e con gli amministratori delegati delle due compagnie gemellate, Paolo Scaroni e Alexei Miller.
Il progetto originario del “South Stream” doveva attraversare il Mar Nero dalla Russia fino alla Bulgaria, per poi dividersi in una biforcazione: un ramo verso l’Austria e l’altro verso la Grecia e poi Otranto. Doveva, appunto. Visto che dalle mappe progettuali e non solo da quelle il tratto a Sud è ormai scomparso.