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Effetto crisi, chiudono 572 imprese. Profondo rosso per l'agricoltura

I dati dati diffusi dalla Camera di commercio di Lecce sulla nascita e morte delle aziende salentine del primo trimestre 2012, chiude con un saldo negativo pari a - 572 imprese, a fronte di 1.830 iscrizioni e 2.402 cessazioni

LECCE – Rispecchiano la crisi economica che attanaglia l’Italia, la disperazione dei piccoli imprenditori che tutti i giorni sentono sul collo il fiatone delle banche e del fisco. La concorrenza spietata di investe in Italia dai paesi dell'Est. E se il problema altrove è grave, qui a Sud è notte fonda. Lo dicono i dati diffusi dalla Camera di commercio di Lecce sulla nascita e morte delle aziende salentine del primo trimestre 2012, chiusosi con un saldo negativo pari a – 572 imprese, a fronte di 1.830 iscrizioni e 2.402 cessazioni, e un tasso di crescita negativo pari a -0,79%. Chi ci sta rimettendo più di tutti è il settore dell’agricoltura. Crescono invece le società di capitale.

Rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, le iscrizioni sono diminuite di 106 unità, mentre le imprese cessate sono aumentate di 67 unità. I dati vanno letti, però, precisa l’Ente camerale, tenendo conto che nel primo trimestre dell’anno sono contabilizzate le cessazioni del mese di dicembre, per cui si può dire che è quasi fisiologico che il primo trimestre dell’anno si chiuda in rosso. Magra consolazione.

Ma cosa accade in ambito regionale?  Taranto realizza il “miglior” tasso di crescita (-0,68%), seguita da Bari (0,73%), Lecce (0,78%), Brindisi (-0,86) e Foggia (-1,01%). C’è da dire inoltre che tutti i settori economici hanno registrato saldi negativi, ma le perdite più pesanti, in valore assoluto, si sono registrate in agricoltura (-384 imprese), tendenza che prosegue da tempo, il commercio (-257), le attività manifatturiere (-129), le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (-67) e il comparto dell’ edilizia (-59); l’unico settore che ha chiuso il trimestre in attivo, sia pure con una sola unità, è quello dell’energia, probabilmente spronato dagli incentivi per la produzione di energia attraverso fonti.

Ad ogni modo nei dati mensili si evidenzia che a gennaio si sono registrate 678 iscrizioni a fronte di 1.278 cancellazioni, con un saldo negativo di 660 unità, a febbraio il saldo rimane negativo ma è più contenuto – 243 imprese, il mese di marzo, invece, si chiude con + 329 aziende. E sempre la Camera di commercio, Ufficio statistica e studi, occorre attendere i dati del secondo trimestre per stabilire se il segno negativo è da imputare solo alle consuete cessazioni di fine anno oppure a dinamiche di carattere economico. Al 31 marzo le imprese registrate ammontano a 72.253 con un aumento, rispetto al primo trimestre del 2011, pari allo 0,28%, mentre le localizzazioni sono 83.284. Del resto tutte le province italiane hanno registrato tassi di crescita negativi, eccezion fatta per le province di Roma, Ragusa, Milano, Siracusa, Napoli e Caserta.

Cosa accade in ambito regionale? Taranto realizza il “miglior” tasso di crescita (-0,68%), seguita da Bari (0,73%), Lecce (0,78%), Brindisi (-0,86) e Foggia (-1,01%). C’è da dire inoltre che tutti i settori economici hanno registrato saldi negativi, ma le perdite più pesanti, in valore assoluto, si sono registrate in agricoltura (-384 imprese), tendenza che prosegue da tempo, il commercio (-257), le attività manifatturiere (-129), le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (-67) e il comparto dell’ edilizia (-59); l’unico settore che ha chiuso il trimestre in attivo, sia pure con una sola unità, è quello dell’energia, probabilmente spronato dagli incentivi per la produzione di energia attraverso fonti.

Tra le forme giuridiche , sono le imprese individuali a registrare la quasi totalità della perdita – 582 aziende e un tasso di crescita – 1,16%; più contenuta la riduzione delle società di persone – 40 aziende (-0,48%). Positiva invece la performance delle società di capitale + 15 (0,13%) e delle altre forme societarie (+35 imprese e un tasso di crescita dell’ 1,32%.

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