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Economia

“Farsa politica” per l’ex Bat: Failms Cisal si affida alle indagini della magistratura

Dopo le dichiarazioni in conferenza stampa da parte del sottosegretario Teresa Bellanova sulla vicenda della fallita riconversione dello stabilimento, il segretario provinciale Fernando Vergine interviene per ricordare alcuni passaggi fondamentali

LECCE – Per Fernando Vergine, della Failms Cisal, è stata tutta una farsa politica, che sarebbe anche ora di concludere. Il riferimento del segretario provinciale della sigla sindacale è alla vicenda della mancata riconversione dello stabilimento leccese della British American Tobacco, la cui produzione è cessata quando la multinazionale ha deciso di delocalizzare nell’Europa orientale le proprie attività pur registrando nel sito salentino conti in attivo.

Vergine interviene a margine della conferenza stampa del sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, che il 30 dicembre ha parlato di una riconversione fondata sull’imbroglio e della impossibilità di riportare il colosso al tavolo ministeriale dopo la firma, il 2 dicembre del 2010, dell’accordo con il dicastero dello Sviluppo economico e con le principali organizzazioni sindacali. L'esponente del governo, che da almeno due settimane è sorvegliata con discrezione da una scorta disposta su indicazione della presidenza del consiglio, ha chiamato in causa senza mezzi termini le sigle che diedero il via a quell'intesa che per Bat rappresentò una liberatoria.

L’intesa, all’epoca, venne definita dall’allora vicepresidente di Bat Italia Giovanni Carucci la “testimonianza di come, attraverso la cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti, si possano gestire e risolvere positivamente situazioni di difficoltà industriali”. Al momento dell’accordo, l’organico prevedeva 271 lavoratori.

“L’assenza di questa sigla ad alcuni tavoli ministeriali – ha spiegato oggi Vergine - non è per nulla casuale ma al contrario appositamente voluta per manifestare il forte dissenso alle iniziative di altre sigle sindacali stranamente approvate. Ricordo bene che il buon sindaco di Lecce convocò un tavolo alla presenza di tutte le forze politiche salentine (Bellanova compresa) nonché di Cgil Cisl e Uil ove si reclamava il ritorno di Bat al tavolo, ma nulla è stato fatto in concreto per renderlo possibile, divenendo tali incontri nient’altro che l’ennesimo abbaglio per i lavoratori”.

“Se si è giunti a questo triste epilogo – ha proseguito Vergine - lo si deve tanto a Bat ed alle aziende intervenute nella riconversione, tanto alle forze politiche ed alle sigle sindacali (alimentaristi di Cgil, Cisl e Uil) firmatarie dell’accordo di riconversione, oltre che alle sigle che hanno dichiarato l’aver Bat adempiuto ai suoi obblighi.  Ciò che resta oggi è auspicare che la Procura indaghi accuratamente sull’intera vicenda facendo luce sulle rispettive responsabilità nell’interesse dei lavoratori”. 

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