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Economia

Festival Energia: tra elogio delle fonti e polemiche

Rutelli e De Masi precisano l'importanza di moltiplicare le fonti energetiche, per la crescita della green economy raduno di Biocontestiamo che manifesta, a colpi di fischi, a Piazza Sant'Oronzo

LECCE - Ultime ore del Festival dell'energia a Lecce, che si chiude domani, tra entusiasmi e critiche. Il senatore, Francesco Rutelli, presidente del Centro per un futuro sostenibile, intervenuto al festival, ha parlato di rinnovabili e Green economy, sottolineando come per una seria politica ambientale in Italia occorra risolvere due questioni: "Da un lato - ha dichiarato -, un ambientalismo negativo, che si pone come gendarme del no piuttosto che come forza innovativa; dall'altro, un Governo che su questi temi sembra essersi semplicemente lasciato trascinare, anche piuttosto malvolentieri, su una strada tracciata da altri, con atteggiamenti contraddittori. Durante il G8 all'Aquila, il nostro Paese si è fatto promotore di un documento finale sull'ambiente di grande impatto e poi nelle diverse sedi europee, nei diversi momenti di confronto di questo negoziato complesso, guida il fronte dello scetticismo".

Secondo Rutelli, i governi italiani succedutisi nel tempo, hanno avuto un atteggiamento discontinuo in materia ambientale ed energetica, con provvedimenti parziali ed efficaci (come gli incentivi alle rinnovabili e al settore edile; misure per il risparmio energetico e l'efficienza oppure il miglioramento dei carburanti); per questo servirebbe assumere questo tema come centrale per lo sviluppo, recuperando il passo rispetto ai maggiori paesi europei (la Francia, che ha unificato le competenze in un unico Ministero, quello dell'Ecologia, dell'Energia, dello Sviluppo durevole e del Mare, la Gran Bretagna e la Germania): "Con il 'Centro per uno Sviluppo sostenibile' - ha dichiarato Rutelli -, di cui sono presidente, abbiamo fissato un appuntamento nazionale, a fine giugno, per tirare le somme delle negoziazioni dopo Copenaghen, per capire dove si può andare e quale deve essere il ruolo dell'Europa e dell'Italia. Intorno a questo tema vorrei riuscire a sviluppare una cinvergenza bipartisan".

In merito alla questione del nucleare, l'ex ministro ha precisato di avere perplessità, ritenendo più giusto attendere "una generazione di reattori tecnologicamente più affidabili e soprattutto economicamente più interessanti": "Perché Berlusconi - ha puntualizzato Rutelli - in campagna elettorale è andato in Puglia a rassicurare 'non costruiremo centrali nucleari in questa regione'? Perché non ha chiesto un esplicito impegno da parte dei candidati del centro destra a sostegno di una politica che hanno molto chiaramente delineata, in merito alla quale sono stati siglati accordi internazionali? Insomma, ci sono delle contraddizioni evidenti".

Quanto allo sviluppo della green economy, cioè di un tessuto industriale reale, italiano, significativo, ci sono alcuni interventi che Rutelli pensa fondamentali: "Agire sulla rete, definire una legislazione semplice e coerente, dare stabilità agli incentivi. Impedire ogni possibile infiltrazione della criminalità: non possiamo permetterci che questo settore - innovativo e promettente - sia condizionato fin dalla sua nascita da poteri mafiosi, per arrivare a due obiettivi prioritari, ossia "limitare la dipendenza energetica e ridurre il costo dell'energia per le imprese".

De Masi: "Combattiamo politiche poco incisive

E di green economy ha parlato anche nel proprio intervento Paride De Masi, amministratore delegato Italgest e coordinatore nazionale di Confindustria per le energie rinnovabili: "Noi operatori del settore - ha precisato - combattiamo quotidianamente politiche nazionali poco incisive, lungaggini burocratiche per le autorizzazioni a livello locale e, soprattutto, disinformazione. La vera bestia nera delle energie rinnovabili".

De Masi ha anche evidenziato come nonostante la presenza di "certi ambientalisti oltranzisti", lo sviluppo del rinnovabile sia a buon punto, con la Puglia, regina d'Italia sia nel fotovoltaico (con più di 200 Mw installati) sia nell'eolico (con 1.200 Mw installati), in appena cinque anni, grazie alla volontà e al coraggio di investire su questo terreno.

"Biocontestiamo": protesta a colpi di fisachietto

Ma non sono mancate le polemiche: il Movimento di "Biocontestiamo" ha ringraziato le centinaia di persone che hanno risposto da ogni parte del Grande Salento (province di Lecce, Brindisi e Taranto), ieri sera, al grido di allarme lanciato, manifestando civicamente e pacificamente contro, sostengono, un "uso offensivo e strumentale della Pizzica Pizzica" e la propaganda pro-nucleare, che sarebbero emerse nel festival, partecipando all'iniziativa di collettiva spontanea solidarietà intitolata "Fischia Ora o Taci per Sempre!".

Un fermo 'No' ad un marketing ritenuto "strumentale" che cerca di convincere che le forme di produzione dell'energia possano venire da qualsiasi fonte: "L'eco dei fischi di Piazza Sant'Oronzo levatosi da giovani e adulti all'unisono, danzanti e fischianti al contempo - precisano da Biocontestiamo -, che hanno portato, con il loro solo fiato, all'interruzione del contestato concerto, deve oggi raggiungere e fare riflettere quanti stanno permettendo e favorendo nelle amministrazioni locali e non, lo scempio che le nostre campagne e le nostre cittadine stanno vivendo per le decine e centinaia di folli progetti da biomasse, mega-eolico e mega-fotovoltaico già autorizzati ovunque o in iter autorizzativo".

"La bellissima ed indimenticabile fischiettata di Piazza Sant'Oronzo - sottolineano - ha rivelato un Salento vivo, vivissimo, sveglio e responsabile, capace di riconoscere e denunciare con coraggio le inefficienze di una politica incontrollata e deregolamentata dell'energia, che ha portato il Salento oggi sull'orlo del baratro di una catastrofe ambientale causata dall'uomo e dalle innumerevoli autorizzazioni concesse ad inutili devastanti e speculativi impianti d'energie rinnovabili, mega fotovoltaico, mega eolico e biomassa ovunque nel territorio del Grande Salento, come anche ha denunciato, nel vuoto, la stessa Arpa Puglia, l'Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'Ambiente ed il Direttore della Soprintendenza di Puglia".

Per Biocontestiamo, il Salento non può e non deve morire "per l'interesse di pochi selvaggi speculatori, capaci persino in questo catastrofico scenario causato dalle energie rinnovabili, (che abbiamo l'impellente necessità di risolvere tutti quanti insieme per il bene di tutto e di tutti), di venire a convincerci ad accettare anche una o due centrali nucleari e magari anche un deposito di scorie nel nostro prezioso Salento".

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