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Economia

Flc Cgil contesta i licenziamenti nel call center: "Sapore della vendetta"

L'azienda fu al centro di una prolungata protesta nel 2016: molti lavoratori si opposero a un trasferimento collettivo nella sede di Acquarica del Capo

LECCE - Il sindacato dei lavoratori impiegati nelle telecomunicazioni, La Flc Cgil di Lecce contesta i quattro licenziamenti decisi dalla Call Marketing di Presicce. I provvedimenti, già impugnati davanti al giudice, riguardano lavoratori assunti a tempo indeterminato con un contratto Jobs Act.

"Una insolita attivà sanzionatoria" la definisce il segretario comprensoriale per Lecce e Brindisi, Salvatore Labriola (nella foto, sotto), già impegnato nella vertenza aperta nel 2016 per evitare un trasferimento collettivo dal capoluogo salentino alla sede di Acquarica del Capo,poi ritenuto legittimo dal giudice. Oggi si contestano i licenziamenti, decisi per "scarso rendimento" e anche le contestazioni disciplinari per presunte assenze arbitrarie dal servizio.

totò labriola 2-2"Senza entrare nel merito delle giustificazioni prodotte e della legittimità aziendale a decidere per il licenziamento - ha commentato Labriola -, non possiamo esimerci dall’esprimere tutta la nostra contrarietà sulla vicenda. Stigmatizziamo un’azione che ha tanto il sapore della 'vendetta', consumata  a quasi un anno da una vertenza che portò questi lavoratori e lavoratrici a scioperare alcuni mesi per difendere il loro posto di lavoro"

"Ad entrare nel merito della vicenda - spiega il sindacalista - sarà il Tribunale di Lecce: abbiamo infatti impugnato i provvedimenti espulsivi e sanzionatori. A dispetto del commento entusiastico del Governo sugli ultimi dati Istat sull’occupazione e della riproposizione del Jobs act come una delle soluzioni al dramma della disoccupazione, la realtà è che finiti gli sgravi fiscali gli imprenditori cercano di costruire percorsi disciplinari espulsivi per motivare licenziamenti per giusta causa, avallati da una legislazione che difende sempre di più la centralità dell’impresa a discapito dei diritti e delle tutele dei lavoratori".

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