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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Nel vertice Tap diapositive con “buoni” e “cattivi”. Due mesi dopo la fuga di notizie

Un mese dopo il diniego della Regione Puglia sul progetto di gasdotto, in Svizzera il consorzio avrebbe fatto il punto della situazione passando in rassegna la posizione di esponenti politici, a tutti i livelli. Stralci del vertice sono trapelati

LECCE – Rosso o verde? La domanda non attiene alla preferenze politiche, ma alla posizione assunta rispetto al progetto di gasdotto Tap. Detto in altre parole: contrario o favorevole? E così grazie ad un articolo de “Il Fatto Quotidiano” si è appreso che in una riunione tenuta in Svizzera il 14 febbraio son venuti fuori i nomi dei “buoni” e dei “cattivi”.

In quella circostanza, infatti, il manager per l’Italia, Giampaolo Russo, di fronte ai rappresentanti dei colossi internazionali che formano la compagine azionaria, ha fatto il punto della situazione – esattamente un mese dopo il parere negativo della Regione Puglia - dedicando una parte dell’incontro all’illustrazione del panorama politico-istituzionale, partendo dal Parlamento per arrivare al Comune di Melendugno. Il consorzio non intende dire nulla su quella riunione né su quanto trapelato.

Sta di fatto che stralci di quel vertice, nonostante la consueta riservatezza, sono filtrati all’esterno e, a distanza di quasi due mesi, portati all’attenzione dell’opinione pubblica. La rappresentazione degli interlocutori politici che viene fuori dal resoconto giornalistico vede l’ex premier Enrico Letta, Emma Bonino (ex ministro degli Esteri), Marta Dassù (ex vice ministro Esteri) e Raffaele Fitto tra i sostenitori del progetto. Un rilievo particolare lo ha Massimo D’Alema, ritenuto molto influente negli equilibri del Pd e quindi anche del governo attuale: tra gli esponenti a lui riconducibili, per un ministro non confermato, Bray alla Cultura, un altro inserito nella squadra di Renzi, Padoan all’Economia. Contrario al gasdotto sarebbe il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, appaiato all’amministrazione comunale di Melendugno.

Nella riunione di Baar – questo il nome della località che ospita la sede centrale di Tap - il quadro politico viene inserito nelle dinamiche di competizione internazionale esistenti con altri soggetti, come Eni, interessati al business del gas naturale. Ciascuno dei quali, esattamente come Tap, avrebbe i suoi punti di riferimento nelle istituzioni. Ecco quindi che si delinea il classico scenario di attività lobbistica, espressione che non suscita alcuno sgomento nei Paesi in cui è regolata adeguatamente.

Ma dal 14 febbraio cosa è intanto cambiato? Il 7 marzo il ministero dell’Ambiente, al quale spetta la parola decisiva, ha chiesto al consorzio una serie di integrazioni documentali come adempimento a 48 prescrizioni segnalate dai tecnici. Coloro che si oppongono al progetto – Comitato No Tap in testa – hanno interpretato questa sollecitazione come una sorta di preannuncio di bocciatura definitiva, anche perché i 45 giorni di tempo concessi sono prossimi alla scadenza (salvo richiesta di proroga per un altro mese e mezzo). Tap ha risposto gettando acqua sul fuoco, lasciando sempre aperto lo spiraglio all’individuazione di un sito alternativo a quello di San Foca e dicendosi disponibile alla massima collaborazione nell’interesse del territorio. E intanto ha interrotto la collaborazione con l’agenzia di comunicazione che, con l’avvento Russo come country manager per l’Italia, aveva rimpiazzato quella precedente.

Ma quello del gasdotto è un progetto che riguarda l’Italia e il Salento solo nella sua parte terminale, attraversando il tracciato la Turchia, la Grecia e l’Albania. La partita dunque  si gioca su più tavoli e oltre Adriatico per il consorzio la situazione è molto più fluida. Proprio ieri Tap ha comunicato che “il Consiglio nazionale del Territorio (KKT) in Albania, presieduto dal premier Edi Rama, ha rilasciato ieri il Permesso di sviluppo complesso, I Fase, per la costruzione del gasdotto Trans Adriatic Pipeline. A questa sorta di autorizzazione quadro seguiranno le altre rilasciate direttamente dal ministero dell’Energia e dell’Industria via via che i lavori procederanno.  La realizzazione del gasdotto in Albania inizierà con la costruzione o l’adeguamento di strade di accesso e ponti a partire dal 2015 cui seguirà la posa del gasdotto e la realizzazione delle altre strutture di Tap”.

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