Il Salento che resiste alla crisi: il 2014 registra la nascita di 103 imprese
La Camera di commercio fotografa la situazione del sistema imprenditoriale salentino. Agricoltura, commercio e manifatturiero in calo, cresce invece il settore dei servizi. Tra i Comuni brillano Lecce e Novoli, maglie nere per Santa Cesarea Terme e Botrugno
LECCE La crisi c’è. E si vede. Ma dalla Camera di commercio di Lecce giungono notizie confortanti per il territorio: il sistema imprenditoriale salentino “tiene”, nonostante il quarto trimestre abbia registrato un lieve saldo negativo di 37 aziende, chiudendo il 2014 con un saldo comunque positivo pari a 103 imprese e un tasso di crescita dello 0,14 percento.
Guardando nel dettaglio, tra i vari settori economici è il comparto agricolo quello che, in valore assoluto, registra il maggior numero di cancellazioni pari a 362 aziende, seguito dal commercio con -319, dall’edilizia con 298 imprese in meno, da quello manifatturiero con – 252 e dalle attività di ristorazione e alloggio che segnano un – 150 .
Un’analisi effettuata su un arco temporale più lungo, dal 2009 al 2014, evidenzia un “declino” delle attività tradizionali come l’agricoltura e le attività manifatturiere. Exploit a parte delle public utilities (energia elettrica e gas), che registrano una crescita del 568 percento, sono le imprese dei servizi che evidenziano la crescita più consistente, in modo particolare le attività legate alla ristorazione e al settore ricettivo alberghiero ed extra-alberghiero ( + 20,5 percento). Le attività legate ai servizi alle imprese, noleggio e agenzie viaggio, sono cresciute del 25 percento. Parimenti sono cresciute le imprese dei servizi della sanità e assistenza sociale che registrano un + 44 percento.
La struttura imprenditoriale salentina conferma la predominanza di piccole e medie imprese: nella maggior parte dei casi si tratta di società individuali; seguono le società di capitali (18 percento) e le società di persone (11 percento). I dati confermano un orientamento ormai consolidato tra i neoimprenditori, compresi i salentini, che scelgono sempre più spesso formule organizzative più “robuste” e strutturate per intraprendere una nuova attività, in quanto ritengono che le società di capitale possano meglio affrontare un mercato globale. Tali società quindi, nella provincia di Lecce, analogamente a quanto avviene a livello nazionale, assumono un peso sempre maggiore a discapito delle imprese individuali.
Il settore artigiano, invece, per il terzo anno consecutivo chiude l’anno in rosso: -490 imprese, saldo che porta il numero delle imprese artigiane a 18 mila e 492. I settori che hanno registrato le perdite più consistenti sono quelli delle costruzioni con un saldo di -227 imprese e le attività manifatturiere che chiudono l’anno con 154 aziende in meno. Gli unici settori che hanno registrato un saldo positivo sono i servizi alle imprese e le attività legate alla ristorazione e ai servizi di alloggio.
La Camera di commercio offre una mappatura anche delle imprese nei vari comuni del Salento: sono 39 i municipi che hanno chiuso il 2014 con saldi positivi, altri 43 hanno registrato un saldo rosso e i restanti 4 un saldo pari a zero. Lecce, il comune capoluogo, registra un’ottima performance con un saldo positivo di 342 imprese, ma è il comune di Novoli, con il 3,9 percento, a registrare il tasso di crescita più elevato e un saldo positivo di 24 imprese, seguito dal comune di Maglie con 44 aziende in più e dal piccolo comune di Ortelle che aggiunge 5 nuove attività. I peggiori risultati sono stati registrati dai comuni di Santa Cesarea Terme e Botrugno entrambi con un tasso di crescita pari a -4 percento e un saldo, seguite da Guagnano e Patù con un tasso negativo superiore al 5 percento.