Il tessuto imprenditoriale salentino “tiene” grazie alle imprese under 35
Il desiderio di "fare impresa", nonostante il momento non sia dei migliori, non scoraggia i giovani salentini: determinante il loro contributo alla struttura imprenditoriale del territorio nei primi nove mesi dell'anno
LECCE - Il desiderio di “fare impresa, nonostante il momento non sia dei migliori, non scoraggia i giovani salentini a mettersi in proprio: il contributo degli “under 35” alla struttura imprenditoriale del territorio nei primi nove mesi dell’anno è stato determinante, in quanto su 4.236 imprese iscrittesi tra gennaio e settembre 1.570 sono imprese giovanili, ossia quelle il cui titolare abbia meno di 35 anni, ovvero le società di persone in cui oltre il 50% dei soci abbia meno di 35 anni, oppure le società di capitali in cui la media dell’età dei soci e degli amministratori sia inferiore allo stesso limite di età (banca dati stockview Infocamere- elaborazioni Ufficio Statistica e Studi).
Pur rappresentando il 14,2% del totale delle imprese salentine, le imprese guidate da giovani con meno di 35 anni hanno contribuito per il 37% sul totale delle iscrizioni verificatesi tra gennaio e settembre. La maggiore incidenza di imprese giovanili si trova al Sud, come dimostra la graduatoria provinciale che vede nei primi 19 posti province meridionali, tra cui Lecce collocata all’11° posto.
L’apporto delle imprese giovanili è stato fondamentale in questi mesi per consentire alla struttura imprenditoriale salentina di contenere al minimo il passivo del bilancio tra aperture e chiusure di imprese, nonostante il saldo positivo del secondo (+479) e del terzo trimestre (+151), il risultato dei primi nove mesi dell’anno è stato fortemente influenzato dal risultato del primo semestre (-723) che ha portato a – 93 il saldo complessivo . Per quanto riguarda, invece, i saldi delle imprese giovanili questi sono stati per tutti e tre i trimestri positivi, raggiungendo complessivamente la quota di + 745, per cui l’apporto degli under 35 alla crescita del sistema imprenditoriale salentino è stato determinante.
Circa il 78% delle imprese giovanili iscrittesi nei primi nove mesi dell’anno ha scelto la più semplice (e anche la più debole) forma di impresa individuale; il 12% ha scelto, invece, la forma della società di capitali più idonea a supportare progetti imprenditoriali di più ampio respiro.
È il commercio il settore che ha attratto 429 nuove aziende pari al 27% delle iscrizioni del periodo considerato, segue l’edilizia che ha raccolto oltre il 10% delle nuove imprese gestite da giovani (160 imprese) e il comparto della ristorazione e alberghiero che ha attratto il 7% (112 imprese) delle imprese giovanili. I tre settori complessivamente considerati hanno attratto circa il 45% delle imprese under 35 nate nella provincia di Lecce nell’arco dei primi nove mesi dell’anno.
151 imprese in più tra luglio e settembre è il bilancio estivo della natimortalità imprenditoriale salentina. Il dato scaturisce da 1.059 iscrizioni e da 908 cancellate, realizzando un tasso di crescita pari a + 0,21%, tra i più bassi degli ultimi dieci anni. Lo stock delle imprese registrate al 30 settembre è di 72.448 in leggera flessione (-0,09%) rispetto al trimestre precedente, mentre le localizzazioni sono 84.274. Si sottolinea che il tasso di crescita sia positivo (+0,21%) nonostante lo stock sia leggermente diminuito, poiché il primo considera esclusivamente le cessazioni dovute a motivi economici, escludendo le cosiddette cancellazioni d’ufficio, cioè quelle cessazioni previste dalla vigente normativa finalizzate a “pulire” il registro delle imprese da tutte quelle aziende che di fatto hanno cessato l’ attività economica.
Al saldo della provincia contribuiscono in valore assoluto i Comuni più grandi, a più alta concentrazione di imprese, in primis Lecce (-90), Copertino e Gallipoli (+14) e Ruffano (+12), viceversa i comuni che, purtroppo, hanno contribuito negativamente al saldo sono stati Leverano (-13), Guagnano e Salve (-8).
Analizzando il tasso di crescita, invece, i Comuni che nel trimestre considerato hanno dimostrato una maggiore “vivacità imprenditoriale” sono stati Nociglia e Patù rispettivamente con un tasso di crescita pari a +2,76% e +2,14%.