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Imu, gli edili chiedono aliquota minima sulle nuove case

Le associazioni che rappresentano le imprese edili si appellano ai sindaci della provincia di Lecce: "Unica forma di tassazione sull'invenduto tra i settori industriali". La richiesta riguarderebbe tutte le abitazioni per tre anni dalla costruzione

LECCE – L’Imu introduce una forma di discriminazione intollerabile, secondo gli edili che, con una lettera inviata a tutti i sindaci dei comuni della provincia di Lecce, hanno richiamato l’attenzione dei primi cittadini sulla questione.

Ance Lecce, Aniem Confapi, Cna edili, Confartigianato Edili hanno condiviso una nota nella quale viene affermato “che l’aggravarsi giorno dopo giorno dell’attuale congiuntura economica negativa, rende ancora più evidente che la tassazione del magazzino è una forma di imposizione iniqua che colpisce le imprese edili: unica forma di tassazione sull’invenduto tra i settori industriali”. L’aumento dell’imposta municipale, in pratica, indurrebbe il potenziale acquirente a desistere dall’investimento sul mattone, con il rischio che molte delle abitazioni costruite restino vuote.

“Pertanto ci affidiamo alla vostra considerazione – concludono gli edili - per quanto riguarda gli immobili costruiti e non ancora venduti da parte delle imprese edili, l’opportunità di applicare in questi casi l’aliquota minima – quella dello 0,38 per cento prevista dalla norma – per tre anni dal termine della costruzione”.

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