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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

“Autogol, ma in fuorigioco”. Lavoratori Iacobucci, continua l’odissea della riconversione

Gli operai ex Bat hanno avuto un primo colloquio con i vertici della Provincia di Lecce: chiedono di riconvocare il tavolo ministeriale. Assemblea all'interno dell'azienda interrotta da un confronto estemporaneo richiesto dalla proprietà ai sindacati

LECCE – “Un autogol, ma in fuorigioco”. L’ironico striscione appeso dai lavoratori davanti ai cancelli della sede di Iacobucci sembra un messaggio lanciato alla proprietà dell’azienda: non solo gli operai in assemblea permanente sono più di dodici, ma sembrano del tutto disposti a proseguire nella protesta. Forse, nella nota stampa diffusa ieri dalla società subentrata a Bat Italia,  il conteggio dei lavoratori che hanno scelto quest’estrema forma di rivendicazione era inesatto. Preciso, però, rimane il contenuto dell’appello lanciato dall’amministratore Lucio Iacobucci: credeteci, credete ancora nella possibilità di crescita e sviluppo, altrimenti non si va da nessuna parte.

Gli operai non hanno però seppellito l’ascia di guerra e questa mattina si sono recati presso la sede della Provincia di Lecce per un colloquio con il presidente Antonio Gabellone, accompagnati dai segretari dei sindacati metalmeccanici Fiom Cgil, Fim Cisl e Film Uil. L’incontro, a detta del numero uno di Cgil, Salvatore Bergamo, si è concluso con un “nulla di fatto”. Le rivendicazioni sono state abbondantemente sviscerate anche nella sede di Palazzo dei Celestini: innanzitutto la richiesta che l’azienda anticipi le somme per la cassa integrazione, per la quale è stata richiesta una nuova attivazione. Altre tredici settimane per 130 operai su 170, che si sommano alle ore già utilizzate dal mese di agosto 2013. Il calo di produttività dell’azienda Iacobucci, società che tra le tre coinvolte nel piano di riconversione della manifattura siglato nel 2010 sembrava la più solida, sembra determinato da un calo delle commesse. Tant’è che la produzione di carrelli portavivande per gli aerei ha subito una frenata nello stabilimento leccese.

Ma a monte della protesta vi è però la costante, e pressante, richiesta di riconvocazione di un tavolo ministeriale capace di sgombrare il campo dalle fitte nubi che si sono addensate sul piano presentato dalla multinazionale del tabacco: accordo  teso a non lasciare sguarnito il territorio dopo la dipartita di Bat e teso a salvaguardare i livelli occupazionali riconvertendo, appunto, la produzione dello stabilimento.

E’ noto, infatti, come più di qualcuno (operai compresi) interpreti quel progetto come un “fallimento” su cui Bat Italia dovrebbe rimetterci la faccia. Cominciando col presentarsi al prossimo tavolo romano presieduto dal ministro per lo Sviluppo economico, Flavio Zonato. Intanto anche dalla Regione Puglia, l’assessore al ramo, Leo Caroli ha fatto sapere di essere disposto a riconvocare, a breve giro di posta, le parti interessate.

Al termine del confronto in Provincia gli operai si sono recati nella sede dell’azienda, intenzionati a riprendere l’assemblea. Ma il confronto interno tra lavoratori e sindacati è morto sul nascere perché Iacobucci ha richiesto un incontro urgente con i rappresentanti delle parti sociali che hanno ripetuto le proprie richieste. Iacobucci ha risposto che valuterà, pur ribadendo la propria volontà di non anticipare il sussidio degli ammortizzatori sociali, e ricontatterà a breve le parti. Intanto gli operai proseguiranno sulla strada della lotta, mantenendo in piedi l’assemblea all’interno dello stabilimento.

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