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Economia Piazza Sant'Oronzo

Chiude la sede della Banca d’Italia? Il sindaco rilancia: “Potenziarne le funzioni”

Paolo Perrone interviene sulle voci riguardanti la sede leccese della banca centrale. Richiesto il potenziamento dei servizi, anche in relazione alle medie di utilizzo di denaro sul territorio salentino: "Un incomprensibile gesto di abbandono"

LECCE – Più che alla chiusura, si punti al potenziamento. Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, ha scritto al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, a proposito della ventilata soppressione della filiale leccese, che sorge in piazza Sant’Oronzo. Sono 24, secondo il sito istituzionale, gli addetti che lavorano nella sede, una delle quattro presenti in Puglia: a Bari ne risultano 87, a Foggia 27, a Taranto 16.

Il primo cittadino argomenta la sua richiesta con due argomentazioni. La prima di carattere finanziario: “Il Salento – spiega Perrone - presenta medie di utilizzo di denaro contante tra le più alte in Italia e che tale indicatore sia fonte di grave preoccupazione per le autorità preposte al controllo ed alla repressione di gravi fatti di criminalità, non solo economica”

La seconda di tipo logistico “E' risaputo – prosegue il sindaco - che l’approvvigionamento del contante da parte delle banche e delle istituzioni del territorio, a seguito dell'accentramento delle attività di tesoreria sugli uffici di Foggia, distante circa 300 chilometri da Lecce, abbia generato costi rilevantissimi ed accresciuto i connessi rischi di sicurezza per le imprese che si occupano del trasporto di valori”.

Ecco perché la chiusura della filiale di Lecce – è la conclusione del primo cittadino - “costituirebbe un grave atto di miopia nei confronti del territorio, delle imprese e delle istituzioni che vi operano. Un incomprensibile gesto di abbandono da parte dello Stato rispetto ad un territorio già marginale sul piano geografico”.

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