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Economia

La Cgil a fianco dei lavoratori precari nel mondo dell’informazione locale

Il sindacato si schiera a sostegno della battaglia di giornalisti ed operatori, che denunciano le condizioni di illegalità in cui si lavorano nel settore. E stasera, in piazza, anche i rappresentanti di "Informazione precaria"

LECCE – “Non è davvero sopportabile che il mondo dell’informazione nel nostro territorio viva le peggiori condizioni che si possano verificare nei luoghi di lavoro: lavoratori sfruttati, sottopagati o non pagati affatto, irregolarità e illegalità di ogni ordine e grado nei rapporti di lavoro, situazioni che fanno immaginare ambienti di lavoro tutt’altro che sereni”. È forte e lucido l’appello che Salvatore Arnesano, segretario generale Cgil Lecce, e Salvatore Labriola, segretario generale Slc Cgil Lecce, lanciano in occasione della festa del sindacato a Lecce, portando la loro attenzione sul mondo dell’informazione locale, vessata da precarietà ed assenza di diritti.

“Da tempo – affermano - seguiamo le vicende che interessano questo settore (fatto non di sognatori ma di lavoratori qualificati con famiglie e mutui, o affitti, da pagare) e quello che abbiamo capito è che se l’informazione locale dovesse implodere, il danno ricadrà pesantemente su tutta la comunità. Non si può dimenticare, infatti, il fondamentale lavoro delle testate locali nel raccontare e rivelare notizie del nostro territorio di rilevanza nazionale e che diversamente non verrebbero a galla”.

Secondo i rappresentanti sindacali, le stesse organizzazioni che rappresentano sarebbero penalizzate se l’attenzione dei media del territorio non aiutassero ad accendere i riflettori su importanti e difficili battaglie sindacali e sociali. Tra gli esempi di riferimento, la lotta contro il caporalato nelle campagne di raccolta e le delicate vertenze in piccole e grandi aziende del territorio: “La crisi dell’informazione locale, però – aggiungono -, non è un problema degli ultimi anni e la grave situazione denunciata in diretta nei giorni scorsi dal direttore del Tg di Canale 8 la dice lunga su come vengono gestite alcune aziende del settore”.

Per i sindacati, “non si può lasciare che alcuni imprenditori, evidentemente inadeguati al loro ruolo, mettano sottosopra un luogo di lavoro e distruggano un mezzo di informazione storico navigando a vista e senza nessun piano di rilancio l’azienda. Tutto questo mentre vengono violate le norme basilari che regolano i rapporti di lavoro”. Non solo, dunque, appare insussistente ogni prospettiva per l’impresa, ma, secondo quanto denunciato da Gaetano Gorgoni non ci sarebbe nessuna volontà di operare nell’interesse dei lavoratori.

“Già nei mesi scorsi – precisano Arnesano e Labriola -, dopo l’incontro avuto con i rappresentanti di Canale 8,  in Confindustria, le organizzazioni sindacali, unitamente a Confindustria Lecce, avevano avuto la sensazione che questi pseudo-imprenditori volessero solo prendere tempo rispetto al mandato prefettizio. Infatti, dopo circa due mesi (che dovevano servire a questa emittente per presentare un piano industriale), la Slc Cgil, unitariamente con i sindacati di categoria di Cisl e Uil e ad Assostampa, hanno inviato una durissima nota al Prefetto di Lecce, in cui spiegavano, con documentazione allegata, le gravi violazioni operate a danno dei lavoratori già licenziati, come nel caso di Vincenzo Siciliano, l’operatore televisivo licenziato e a cui non  sono stati pagati anni di contributi”.

“Dopo quella del direttore Gaetano Gorgoni – aggiungono - siamo alla seconda denuncia pubblica fatta dai lavoratori dell’azienda. Che cosa aspettano le autorità a intervenire?”. Nel pomeriggio, alle 19, gli esponenti di Informazione Precaria, rappresentati dalla giornalista Ilaria Lia, avranno uno spazio all’interno della Festa della Cgil in segno di solidarietà ai lavoratori del settore e di sostegno alla battaglia contro il precariato nel lavoro e nell’informazione.

“Una battaglia – ribadiscono Arnesano e Labriola - che continueremo a sostenere convinti che un’informazione precaria non è un’informazione libera e non può rappresentare un servizio per i cittadini”.

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