“Crisi dell’edilizia si supera con i lavoratori”. Lettera di Fillea Lecce a Minerva
Il disappunto del sindacato nei confronti del presidente della Provincia dopo la convocazione di un tavolo sul rilancio dell’edilizia con la sola presenza di parti datoriali e ordini professionali
LECCE – Per superare la fase di crisi dell’edilizia non si può prescindere dal coinvolgimento diretto dei lavoratori e dei sindacati di rappresentanza e non solo convocando le parti datoriali e gli ordini professionali. Questo in sintesi l’appunto mosso dalla segreteria della Fillea Cgil di Lecce all’indirizzo del presidente della Provincia, Stefano Minerva, dopo la convocazione del tavolo tecnico convocato per martedì prossimo per discutere delle priorità per il rilancio del settore edile.
L’incontro in questione del 23 giugno prossimo si svolgerà nella sede della Provincia e l’iniziativa promossa su input del presidente Minerva è stata in origine indirizzata alle parti datoriali e agli ordini professionali. Ignorati, a quanto denunciato e lamentato dalla Fillea Cgil, i sindacati. Da qui la decisione di inviare una lettera aperta al reggente di palazzo dei Celestini per esprimere il proprio motivato disappunto.
“Abbiamo appreso dalla stampa dell’iniziativa del presidente Minerva di voler convocare, martedì 23 giugno, un incontro a palazzo dei Celestini per discutere, assieme a parti datoriali e ordini professionali, del rilancio dell’edilizia locale. Tutti intorno al tavolo, tranne i sindacati che rappresentano il vero motore dell’edilizia: gli operai” scrivono dal sindacato Fillea che all’interno della Cgil è vicino ai lavoratori del settore edilizio, del legno e dell’arredo. Lavoratori come Antonio, che a causa della pandemia non lavora da tre mesi e che ha dovuto attendere 80 giorni prima di vedersi accreditato l’assegno della cassa integrazione per Covid. O come Giuseppe che ha perso il lavoro tre mesi fa: lui a casa, i suoi due colleghi ancora in azienda, perché la sua ditta ha vinto un appalto col massimo ribasso. O come Valentina, restauratrice che lavora nella città bella, Gallipoli, pagata con ritenuta d’acconto e per questo “dribblata” dal sistema straordinario di ammortizzatori sociali.
Per non parlare delle “false” partite Iva, altro aspetto messo in evidenza dal sindacato di categoria. Marco è uno di questi: licenziato dalla sua impresa, per la quale continua a lavorare come autonomo, con tutti i costi sociali, previdenziali e assicurativi a suo carico. E Damiano? Ha 60 anni, ma dopo più di 40 anni trascorsi nei cantieri non può andare in pensione, perché la legge italiana non riconosce le agevolazioni sul lavoro usurante. Un problema particolarmente sentito in provincia di Lecce in cui i lavoratori edili hanno un’età media alta.
“Pensavamo che dal Covid saremmo usciti migliori” lamentano dalla segreteria Fillea Cgil, “prendiamo atto che in una provincia di periferia si sceglie ancora di confrontarsi con il mondo imprenditoriale come se fosse l’unico attore economico, come se la ripartenza possa partire solo ascoltando le esigenze delle sole imprese. Nella decisione che il presidente Minerva ha preso d’intesa con il consigliere provinciale delegato e con il dirigente del servizio, non vorremmo che ci fosse un pregiudizio culturale secondo cui il mondo imprenditoriale sia l’unico e solo soggetto creatore di lavoro, a cui demandare speranze e percorsi di ripresa e ricostruzione del territorio”. In conclusione dal sindacato viene ribadita la propria delusione per l’assenza dei rappresentanti dei lavoratori, che danno vita alle attività edilizie, al tavolo tecnico provinciale.