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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia

La struttura imprenditoriale regge alla crisi: 576 imprese in più nel 2012

Secondo il rapporto sull'anagrafe delle imprese, presentato oggi dalla Camera di Commerico di Lecce, nonostante le difficoltà economiche del momento, il sistema produttivo salentino tiene. Valori che variano nei singoli settori

LECCE - "Nonostante le gravi difficoltà in cui versa l'economia, il sistema imprenditoriale salentino tiene". La Camera di Commercio leccese commenta i dati sulla contabilità dell’anagrafe delle imprese con un saldo attivo di 516 nuove aziende e un tasso di crescita positivo dello 0,71%. Il saldo scaturisce da 5.965 nuove iscrizioni, diminuite rispetto allo scorso anno di 406 unità, e da 5449 cancellazioni, leggermente aumentate (17 unità) rispetto al 2012.

Lo stock delle imprese è leggermente diminuito (-0,10%) passando da 73.014 alla data del 31.12.2011 alle attuali 72.942. Se a livello nazionale hanno chiuso i battenti 1.000 imprese al giorno, nella provincia di Lecce sono state 15, compensate però da oltre 16 nuove aperture giornaliere.

Il tasso di crescita medio nazionale per il 2012 è stato +0,31%, quello medio pugliese è stato pari a + 0,12%. L’imprenditoria salentina, in ambito nazionale si colloca al 18° posto per tasso di crescita, mentre nell’ambito della regione Puglia si conferma la più vitale delle province, seguita da Taranto e Foggia che hanno registrato dei tassi di crescita positivi, rispettivamente pari a +0,18% e 0,16%. Negativi, invece i tassi di crescita delle province di Bari (-0,02%) e Brindisi (-0,65%).

La Puglia nel complesso ha realizzato un tasso di crescita pari allo 0,12%, inferiore alla media nazionale. Le unità locali al 31.12.2012 sono 84.389, in   aumento rispetto allo scorso anno (83.949), mentre generalmente le localizzazioni seguono lo steso trend delle imprese.

I settori economici

Si evidenzia il saldo negativo del comparto agricolo (- 392 imprese) con  un tasso di crescita pari a -3,8%, del manifatturiero (-220 aziende), del settore moda (tessile, abbigliamento e calzaturiero) con -88 aziende, di cui 73 imputabili al comparto dell’abbigliamento. Il settore del legno (-25) e quello della fabbricazione di mobili (-13) perde 38 imprese, e l’industria della carpenteria metallica ne perde 45.

Le imprese commerciali chiudono con -318 imprese  e un tasso di crescita pari a -1,4% e sono soprattutto le imprese del commercio al dettaglio a chiudere (-213). Anche il settore dei servizi di alloggio e ristorazione perde 91 imprese, ma nel comparto le chiusure sono da imputarsi esclusivamente alle attività di ristorazione (- 99), poiché le strutture ricettive registrano un saldo positivo di 8 unità.

I segnali positivi arrivano dalle imprese dei servizi che chiudono l’anno con un saldo di 54 nuove aziende, delle quali 37 riconducibili ai servizi alle persone; i servizi alle imprese registrano un saldo positivo pari a 24 unità, un vero e proprio exploit, con un tasso di crescita dell’11,65%, spetta al settore energetico  in forte espansione, anche se i valori assoluti sono contenuti: solo 12 imprese in più nel corso dell’anno. Anche il comparto delle costruzioni registra un saldo positivo di 27 imprese.

La struttura imprenditoriale salentina è fortemente “terziarizzata”. Il commercio rappresenta il 31% del totale delle imprese e i servizi  oltre il 23%. Il 14,8% è rappresentato dalle imprese dell’edilizia e il 13,7% dalle imprese agricole. Il manifatturiero rappresenta poco meno del 10% del totale delle imprese salentine.

Le imprese artigiane

Il 2012 per le imprese artigiane è stato un anno difficile, probabilmente perché  il manifatturiero, che costituisce il 23% dell’artigianato salentino, è il settore più esposto alle trasformazioni  imposte dal mercato globale. A livello nazionale il bilancio è stato di 20.319 unità in meno (-1,39%), negativo il saldo anche per la regione Puglia – 801 imprese, come del resto per tutte le regioni d’Italia.

Stante tale situazione, il comparto artigiano salentino tutto sommato ha chiuso l’anno in pareggio con sole 4 imprese in meno. Saldo scaturito da 1.743 iscrizioni e da 1.747 cancellazioni. È il comparto manifatturiero a registrare le perdite maggiori – 131 imprese, seguito dal commercio – 65 unità. I servizi alle persone registrano, invece, un saldo positivo pari a 68 imprese, analogamente al settore dell’edilizia che chiude l’anno con 60 imprese in più .

I giovani, le donne, gli immigrati

Il bilancio anagrafico del 2012, osservando le categorie imprenditoriali che rappresentano il tessuto economico salentino, evidenzia che il contributo al saldo  positivo dell’anno è dovuto, nella misura del 217,2%, alle imprese giovanili, cioè quelle imprese gestite da giovani under 35, e per il 65,3% dalle imprese di stranieri. Il saldo delle imprese degli under 35 è stato, infatti, di 1.106 unità, mentre quello degli stranieri è stato pari a 407 imprese. Per quanto riguarda le imprese femminili, invece, le iscrizioni e le cancellazioni dell’anno si pareggiano per cui il saldo è stato pari  a zero.

Le imprese giovanile registrate sono 11.063 pari al 15,2% delle imprese totali, mentre il 24% di queste ultime sono imprese femminili (17.488) e l’8,1% è riconducibile a imprese condotte da stranieri (5.912 aziende).

Le imprese dei Comuni

I Comuni che nell’anno 2012 hanno realizzato il tasso di crescita più elevato sono Sanarica (5,66%), San Cesario (5,60) e Zollino (4,93%), mentre quelli che hanno chiuso l’anno con un tasso di crescita negativo sono Martignano (-4,58%) Morciano di Leuca (-3,51%) e Diso (-3,06%).  Tra i comuni più grandi che hanno un maggior numero di imprese, Lecce, Gallipoli e Nardò  rispettivamente con 224, 77 e 50 imprese; Leverano (-24), Campi e Taurisano, entrambi con – 23, hanno realizzato i peggiori saldi.

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