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Economia

Giorno al mare, ma quanto mi costi? "Dal 2019 prezzi saliti del 15 per cento"

La rilevazione dell'Adoc, prendendo in esame trenta lidi fra Ionio, i più costosi, e Adriatico, dover però i rincari sono stati maggiori. La media è di 25 euro per l'offerta di base, un ombrellone e due sdraio. Le più modiche sono le marine leccesi

LECCE – Spiaggia mia, ma quanto mi costi? E quanto sei aumentata di prezzo da due anni a questa parte? Hanno provato a rispondere alla domanda Alessandro Presicce, presidente dell’Adoc (Associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori) provinciale di Lecce e Barbara Irno Consalvo, volontaria del servizio civile universale che, immedesimandosi in una coppia, hanno percorso le litoranee della provincia di Lecce, in questo torrido luglio, per informarsi presso vari lidi sulla tariffa del noleggio di un ombrellone e due lettini.

Trenta sono stati i lidi presi in considerazione dall’esperimento e, stando alle precedenti rilevazioni fatte dalla stessa Adoc, dal 2019, i prezzi sarebbero cresciuti del doppio rispetto agli aumenti medi annui precedenti. Ovvero, rispetto ad appena due anni addietro, vi sarebbe stato un rincaro del 15 per cento. “Nel 2019 registrammo, infatti, un prezzo medio di 22 euro; oggi registriamo un prezzo medio di 25 euro”, affermano dall’associazione, precisando che i lidi monitorati quest’anno sono più o meno gli stessi dell’ultima rilevazione che risale, appunto, al luglio del 2019 e che sono distribuiti lungo tutta la costa.

Ma se il costo medio per la richiesta di base (i già citati ombrellone e due lettini) è di 25 euro, bisogna comunque considerare qualche inevitabile extra. Per esempio, la spesa il parcheggio, calcolato in circa 4-4,50 euro al giorno, il che fa lievitare la spesa fino una trentina di euro. Questo per rimanere proprio al minimo. Se poi si iniziasse ad aggiungere altro, come bevande, spuntini, se non proprio pranzi, si salirebbe decisamente.  

Lo Ionio più caro dell'Adriatico...

Nel dettaglio, Adoc ha svolto un confronto tra il litorale ionico e quello adriatico, rilevando, nel primo caso, una media di 27 euro e nel secondo di 24. Sostare un giorno sull’Adriatico, dunque, è un po’ più economico. “Per circoscrivere con maggiore accuratezza i dati raccolti – spiegano ancora dall’associazione -, abbiamo poi diviso il Salento in quattro quadranti, due relativi al mar Ionio e due al mar Adriatico, e calcolato le rispettive medie”. Questi i valori medi ottenuti: Torre Lapillo-Gallipoli: 25 euro; Gallipoli–Leuca: 29 euro; Leuca–Otranto: 29 euro; Alimini–Casalabate: 19 euro.

Al netto dei rincari, non c’è una novità circa le disparità di prezzi, giacché già negli scorsi era emerso quanto fossero meno dispendiose le marine leccesi. Il costo minimo rilevato, infatti, è stato di 15 euro a San Cataldo, il maggiore di 50 euro, a Torre Mozza, sul lungomare di Ugento. “Volendo poi porre l'attenzione su Gallipoli e Otranto, due delle città salentine maggiormente rinomate e gettonate nel periodo estivo, non si evincono grandi differenze tra le due realtà: il prezzo medio per usufruire di ombrellone e lettini si aggira in entrambi i casi intorno ai 29 euro al giorno”, aggiungono dall’associazione.

...ma il rincaro maggiore sull'Adriatico 

Tornando agli aumenti, secondo l’Adoc la media lungo la riviera ionica, rispetto ai periodi precedenti, sarebbe cresciuta del 14 per cento, mentre sulla costa adriatica addirittura del 19 per cento. Facendo invece riferimento ai già citati quattro quadranti, queste sono state le percentuali registrate sono state le seguenti: Torre Lapillo–Gallipoli, 9 per cento; Gallipoli–Leuca, 22 per cento; Leuca–Otranto, 39 per cento; Alimini–Casalabate, 11 per cento.

“Si evidenzia in particolare, su Otranto-Melendugno, un aumento medio in zona di circa il 31 per cento, il più forte registrato in tutta la provincia. Aumenti più contenuti si registrano tra Torre Lapillo e Gallipoli, del 9 per cento”, aggiungono.

E il trend di lungo periodo? Avendo l’Adoc effettuato rilievi sin dal 2008, si è calcolato che negli ultimi tredici anni vi sarebbe stato un aumento medio annuo del 4,2 per cento, ben superiore al tasso di inflazione medio. E se prima della pandemia l’aumento si era attestato al 3,6 per cento annuo, nel periodo 2019-2021 sarebbe stato del 7,5 per cento annuo.

A questo punto, Adoc invita gli operatori a “raffreddare” la corsa dei prezzi, razionalizzando le spese inutili e superflue in termini di servizi alla clientela e provando a rendere più efficiente l’organizzazione dell’offerta. Mentre ai consumatori suggerisce di evitare prezzi fuori mercato. E, per chi è costretto a fare economia, meglio usufruire, quando possibile, di spiagge libere o libere con servizi.

D’altro canto, l’associazione chiede alle amministrazioni comunali di dare più spazio alle spiagge libere e a quelle libere con servizi. Queste ultime, in effetti, stanno entrando sempre più spesso nei piani delle coste, grazie a un minore impatto ambientale e un costo più contenuto per i consumatori.

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