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Lecce conquista francesi, svedesi e olandesi. Gli italiani monopolizzano agosto

L'estate volge al termine ed è già tempo di primi bilanci: dai collegamenti aerei dipende la conquista di nuove fette di mercato europeo, i connazionali invece riducono le spese al minimo. Nascono nuovi hotel low-cost e B&b di lusso

LECCE – La fine di agosto porta con sé un primo sommario bilancio della stagione estiva: cresce notevolmente il numero dei turisti francofoni, gli italiani restano devoti ad agosto sebbene con una propensione al consumo minore rispetto al passato, si diversifica la composizione dell’offerta di strutture ricettive. Nel complesso, rispetto al 2012, si segnala qualche progresso in termini assoluti grazie al boom nel mese di agosto, mentre giugno e luglio si attestano ai soliti livelli.

Sono questi i punti salienti che emergono da un sondaggio tra operatori del settore ed addetti ai lavori, incontrati nel cuore di Lecce mentre le strade e i monumenti del centro sono presidiati da drappelli di visitatori, per la maggior parte stranieri. L’ufficio informazioni del castello Carlo V è da anni un punto di passaggio obbligato, crocevia di domande e risposte e terminale del giro in trenino che in 58 minuti consente di visitare i monumenti principali della città con l’ausilio di una guida prodotta in otto lingue, comprese il russo, il cinese e il giapponese. E’ uno dei termometri più attendibili per verificare la consistenza dei flussi turistici.

Exploit di francesi, dunque, ma aumentano anche i visitatori provenienti dal cosiddetto Benelux (Belgio, Olanda, Lussemburgo) e dall’Europa del Nord, Svezia e Danimarca soprattutto. Si fanno notare anche gli spagnoli, tedeschi, inglesi e americani si confermano sui livelli degli ultimi anni. E’ abbastanza chiaro che il varo di nuovi collegamenti aerei consente al Salento di conquistare nuovi mercati. I voli da Eindhoven e Stoccolma, da aprile a ottobre, stagionali come tutti o quasi, hanno portato nel capoluogo e in provincia migliaia di persone. E l’impressione è che se l’aeroporto di Brindisi coprisse lo stesso numero di tratte di quello di Bari, allora l’afflusso sarebbe ancora più marcato.

I connazionali l’hanno fatta da padrone ad agosto, anche se le spese per servizi e consumi si sono ridotte: insomma, la crisi non frena la vacanza, ma stimola il fai da te. Attratti più dal mare che dalle bellezze artistiche della città, gli italiani si caratterizzano per la visita mordi e fuggi, magari in occasione di una perturbazione passeggera: basta ricordarsi del 10 agosto, un sabato, giorno di San Lorenzo, quando le vie di Lecce furono letteralmente invase.

Una novità va registrata anche nel settore delle strutture ricettive: nascono nuovi hotel low-cost, che vanno ad “aggredire” soprattutto il target giovanile, conquistando così una fetta di mercato solitamente appannaggio dei B&b di media qualità: si paga solo il pernottamento, tutto il resto è on demand, ma l’offerta dei servizi è sicuramente più ampia. Di contro, si segnala l’apertura di alcuni B&b di lusso che oggi spopolano tra i clienti abituali degli hotel cinque stelle.

Ma cose ne pensano di Lecce i turisti che la visitano per la prima volta? La città piace, senza dubbio, anzi, meglio, sorprende. Qualche mugugno c’è per l’annosa questione dell’orario di apertura delle chiese, non mancano le lamentale per alcuni prezzi nei locali pubblici – un aumento è segnalato da visitatori italiani con già alle spalle uno o più soggiorni nel Salento – e, spesso, almeno a luglio ed agosto, si avrebbe bisogno di più taxi.

Per coloro che vivono le meraviglie del barocco solo per alcuni giorni all’anno, il punto di vista può essere limitato. A sentire invece chi di turismo vive, le criticità sono diverse: da un processo di destagionalizzazione ancora in gran parte incompiuto ad una capacità di programmazione generale piuttosto deficitaria sul medio e sul lungo periodo; dalla localizzazione degli eventi sempre nelle solite strade del centro – quelle che poi non avrebbero bisogno di incentivi - al completo oblio di altre zone che pure potrebbero essere valorizzate, come la rambla tra Porta Napoli e Porta Rudiae; dalla convivenza spesso problematica tra movida e residenti, alla pulizia delle strade che registra notevoli differenze tra un punto e l’altro.

Insomma, più luci che ombre, ma anche la sensazione che il potenziale di Lecce sia ancora per buona parte da valorizzare perché tutti i numeri incoraggianti si traducano in reale beneficio per l’economia della città intesa come sistema. Con un adeguato management del turismo, che sappia guardare ad esperienze di successo ed organizzare, ad esempio, percorsi tematici che vadano oltre la visita autogestita al centro della città, e con una doverosa responsabilizzazione di tutti gli operatori privati all’interno di un progetto di crescita per tutta la città: chi fa da sé, non sempre fa per tre.

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