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Economia

Imprese, Lecce segna il maggior tasso di crescita trimestrale in Italia

È quanto emerge dall’analisi trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere, sui dati del registro delle Imprese delle Camere di commercio. Il commissario straordinario Vincenzo Benisi: "Un dato importante che regala un moderato ottimismo"

LECCE - Crescono le iscrizioni trainate dall’aumento della fiducia delle imprese. Il secondo trimestre del 2021 segna un’accelerazione in Italia delle aperture di nuove attività che tornano ai valori pre-pandemia, anche se è ancora presto per parlare di ritorno alla normalità. È quanto emerge dall’analisi trimestrale Movimprese, condotta da Unioncamere e InfoCamere, sui dati del registro delle Imprese delle Camere di commercio. E c’è un un aspetto che colpisce il Salento: con 1.420 iscrizioni, 523 cessazioni, un saldo finale di 897, la provincia di Lecce registra nel periodo il maggior tasso di crescita nel trimestre fra aprile e giugno 2021, pari all’1,19 per cento.

“Lecce presenta oggi il maggior tasso di crescita trimestrale su scala nazionale. La performance, quindi, è ulteriormente migliorata rispetto alla precedente rilevazione che ci vedeva al secondo posto. È un dato importante – dichiara il commissario straordinario, Vincenzo Benisi - che, conservando il suo trend crescente, regala al nostro territorio un moderato ottimismo e che premia la tenacia e le capacità dei nostri imprenditori. Hanno voluto e saputo fronteggiare le difficoltà, reggere il colpo e pensare ad una reale ripartenza a volte anche reinventandosi, anche supportati dall’azione che l’ente camerale, sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, nei primi mesi del 2020, ha posto in essere a sostegno del sistema economico locale”.

“L’impegno della Camera di commercio in questo difficile periodo pandemico è stato concreto – aggiunge Benisi -, fortemente voluto, condiviso e continuativo nel tempo ed ha portato ad interventi che, in linea con le misure introdotte dal Governo,  hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato. Il bando SalentoRiparte,  il bando Multimisura ed il recente bando Conciliare il Covid si sono dimostrati strumenti di supporto rilevanti, così come decisiva è stata la forte collaborazione con le altre Istituzioni del territorio; di certo l’emergenza non è terminata, lo sappiamo bene – conclude Benisi -, ma, parimenti, persisterà l’impegno della Camera di commercio al fianco delle imprese, per sostenerle ed accrescere il clima di fiducia, fondamentale per l’ulteriore sviluppo della nostra economia”.

Nel complesso, le aperture di nuove imprese tra aprile e giugno hanno toccato le 89.089 unità, un valore di poco al di sotto della media del triennio 2017-2019, prima dell’irrompere dell’emergenza sanitaria globale, e inferiore di sole 3.061 unità al dato del secondo trimestre 2019, quando le iscrizioni furono 92.150.

Il miglioramento del clima di fiducia negli ultimi mesi ha impattato su quasi la metà delle +31.167 imprese nate tra aprile e giugno 2021, rispetto allo stesso trimestre 2020. Secondo le analisi del Centro studi Tagliacarne, infatti, un punto di fiducia in più o in meno influenza la nascita di un’impresa su due. La ripresa della natalità imprenditoriale si sta però sviluppando con intensità diverse sul territorio, secondo quanto rilevano gli analisti. In cinque regioni su venti (Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Basilicata e Sardegna), il numero di aperture di imprese nell’ultimo trimestre è stato anche (seppur di poco) superiore a quello del II trimestre 2019.

Il ritorno a una dinamica delle aperture più in linea con il periodo pre-pandemia appare più marcato guardando ad alcune delle forme giuridiche assunte dalle neoimprese. In particolare, tra aprile e giugno l’anagrafe delle Camere di commercio ha fatto segnare un deciso incremento (+3.298 unità) nell’apertura di società di capitale rispetto allo stesso periodo del 2019 (29.934 contro 26.536). In linea con una tendenza in atto da tempo, fanno invece segnare un passo indietro rispetto al 2019 le imprese individuali, la forma d’impresa più numerosa nel nostro Paese: 52.790 le aperture di nuove attività nel secondo trimestre di quest’anno, contro le 59.129 di due anni fa (-6.639 unità).

Restano invece nettamente sotto la media degli ultimi anni le cancellazioni che, tra aprile e giugno, si sono attestate a 43.861 unità, circa un terzo in meno del valore registrato nel secondo trimestre 2019, probabilmente per effetto delle misure di sostegno messe in atto dal Governo. È pertanto ragionevole stimare, è l’analisi conclusiva degli analisti che hanno condotto lo studio, l’esistenza di una “platea nascosta” di imprese che in circostanze diverse avrebbero già cessato l’attività.

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