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Economia

Provincia, casse vuote: a febbraio anticipazioni per 11 milioni

La Provincia di Lecce porta in consiglio le delibere sulla riorganizzazione del personale e il contenimento della spesa. In attesa di un chiarimento sulla distribuzione delle "competenze non fondamentali", predisposte misure draconiane per rispettare la Legge di stabilità

LECCE – Mentre i lavoratori di Alba Service sono tornati nella sede della Provincia di Lecce per cercare risposte sul proprio futuro occupazionale, l’ente si barcamena per trovare la quadra dal punto di vista economico finanziario. Quello di lunedì sarà un consiglio provinciale molto intenso, nel quale sarà esposta la situazione contabile e votate le misure ritenute necessarie per garantire almeno la liquidità di cassa necessaria a pagare gli stipendi.

Alla data del 28 febbraio, infatti, l’ente presenterà un’anticipazione di tesoreria pari a 11 milioni di euro destinato ad arrivare fino a 30 a causa anche del pagamento delle rate di indebitamento per 9 milioni. La previsione contenuta nei documenti che andranno in discussione nell’assise di Palazzo dei Celestini è che probabilmente prima di giugno l’ente non sarà in grado di provvedere alla liquidazione degli stipendi e che a settembre verrà raggiunto il limite massimo concedibile per le anticipazioni di tesoreria, pari a 40 milioni.

Così le direttive urgenti presenti nella delibera impongono la riduzione di almeno il 60 per cento, rispetto al 2014, delle spese di carburante, cancelleria, giornali, abbonamenti, riviste e banche dati, la riduzione del 30 per cento del costo delle utenze, la revisione degli affidamenti in-house per manutenzione di strade e scuole, servizi sociali e uscierato per ottenere un risparmio di almeno il 60 per cento. La Provincia si attiverà anche per la riscossione dei crediti sia nei confronti di enti pubblici che dei privati.  E, se tutto questo non dovesse bastare, si passerà alla procedura di riequilibrio pluriennale o alla dichiarazione di dissesto.

In consiglio si discuterà anche della ridefinizione della nuova pianta organica: all’esercizio delle funzioni fondamentali sono stati assegnati 253 dipendenti, con un risparmio del 53 per cento pari a 10,3 milioni di euro, mentre 239 unità restano in sovrannumero in attesa di un chiarimento su quali altre competenze tra quelle esercitate fino ad oggi resteranno in capo all’ente e quali no. Giusto per rendersi conto con i numeri: alla data di entrata in vigore della legge 56 del 2014, “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” la spesa del personale per le attività legate alle politiche del lavoro era di 5 milioni di euro, per quelle connesse alla cultura 1,7 e per la polizia provinciale di 1,5 e così via fino ad un totale di 10 milioni e 359mila euro.

La prima misura prevista riguarda 71 dipendenti – 1 di categoria A, 10 di categoria B1, 17 di categoria B3, 21 di categoria C, 13 di categoria D1, 5 di categoria D 3 e 4 con funzione dirigenziale. Per loro lunedì sarà chiesta l’attivazione delle procedure di mobilità o, dove possibile, di prepensionamento. 

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