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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Montezemolo: “Lecce stordirebbe gli Investitori stranieri”

Luca Cordero di Montezemolo nel capoluogo salentino per una serie di iniziative: innovazione, sostegno alle start-up, riduzione della burocrazia, le idee per conquistare una platea di giovani e di imprenditori

 

LECCE - E' arrivato a bordo di una Maserati blu notte, con un seguito da presidente del Consiglio: Luca Cordero di Montezemolo si è presentato intorno alle 15.40 nella sala conferenze delle Officine Cantelmo gremita di giovani, professionisti e industriali locali (c'era anche il presidente di Confindustria Puglia, Piero Montinari).

Prima dell'incontro pubblico, una visita guidata nell'antistante mediateca multimediale. A far da ciceroni al top manager Alessandro Delli Noci, assessore alle Politiche giovanili del Comune di Lecce, Marco Cataldo, che lo ha sostituito come presidente della cooperativa "Lecce città universitaria" e il rettore dell'Università del Salento, Domenico Laforgia. Nei pochi secondi in cui si è concesso ai microfoni, Montezemolo ha trovato il modo di rendere un lusinghiero omaggio alla città che oggi lo ospita( alle 17.30, presso il rettorato, la presentazione del libro "In ricchezze e povertà" di Giovanni Vecchi). "Io credo che giapponesi, americani, cinesi, indiani che non conoscono Lecce sarebbero storditi dalla sua bellezza. Abbiamo delle opportunità straordinarie, dobbiamo crederci, passare dalle parole ai fatti".

montezemolo 013-2Il messaggio lanciato alle nuove generazioni è energetico e rombante come il motore delle sue Ferrari: scrollarsi di dosso il vittimismo, il retaggio del passato, la tipica tendenza a rimuginare sugli errori per proiettarsi verso il futuro. E a chi, dal pubblico e su internet, solleva l’obiezione che la Puglia sembra rimasta all’epoca del motore a scoppio, Montezemolo, fresco delle sue visite in America e delle chiacchierate con i numeri uno di Apple e Google, risponde che il potenziale inespresso del territorio, le eccellenze del turismo, dell’industria manifatturiera, dei servizi e dell’agroalimentare sono i fattori di crescita su cui puntare. “Ci vogliono idee forti, un tessuto sociale che rimetta al centro l’Università e la ricerca. Oltre alla capacità imprenditoriale di mettere a frutto la creatività dei giovani, con il sostegno delle banche nel garantire l’accesso al credito – aggiunge – puntando sul rischio, certo. E’ il rischio il motore dell’impresa, il fattore di cambiamento del mondo”.

La crisi congiunturale che si è manifestata anche qui, con i licenziamenti collettivi, le delocalizzazioni dell’impresa, il generale senso di fallimento, potrebbero rivelarsi un’opportunità: “Paradossalmente, i periodi di transizione rappresentano il momento per tirare fuori gli attributi. Impongono una risposta immediata, sono la spinta per migliorare”. Il circuito virtuoso università, impresa, banche dovrebbe essere il fondamento dell’avvio definitivo alle liberalizzazioni, secondo il presidente della Ferrari. Per spingere sulla concorrenza, creando (anzi inventando da sé) nuove opportunità di lavoro. A patto che lo Stato italiano “contemporaneamente debole ed invasivo, faccia un passo indietro”.

Poi un consiglio diretto al neo assessore Delli Noci: rimettere al centro dell’agenda politica il tema del lavoro, riducendo le burocrazie e rinunciando alla logica del favoritismo, dell’intermediazione politica per muovere anche un solo passo nel mercato del lavoro: “Un maggiore automatismo è preferibile agli anni attesi per ricevere un’autorizzazione dall’amico politico di turno”.montezemolo 006 (1)-2

Inevitabile, nonostante il tentativo di tenere la politica al di fuori del dibattito, il riferimento alla “fine di una seconda Repubblica terribile che tenta di sopravvivere con le tattiche, simulando il cambiamento perché tutto, alla fine, rimanga uguale”. Altrettanto prevedibile la domanda sul carico di tasse sopportato dai soliti noti, con una risposta che strizza l’occhio all’ipotesi di una patrimoniale: “Crescita e solidarietà vanno di pari passo e sono convinto che chi ha di più, debba pagare di più – sostiene il leader della Ferrari – A patto che il Governo stesso sia disposto a compiere i sacrifici che chiede, tagliando i privilegi. E che ci spieghi chiaramente la destinazione d’uso dei nostri soldi”.

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