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Marine, Perrone corre ai ripari. Maniglio: “Sprecati soldi senza risultati”

Il sindaco incontra gli operatori balneari delle marine annunciando il ruolo promotore del Comune per una progettazione unitaria da presentare in Regione. L'esponente Pd accusa: "5 milioni di euro regionali buttati a mare"

LECCE - Un incontro con gli operatori balneari di Spiaggiabella: li ha raggiunti, nella mattinata, il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, raggiungendo con loro l'intesa per convocare subito i comuni appartenenti all'unità fisiografica e avviare l'iter per una progettazione unitaria. É questo il risultato più importante della riunione con gli operatori delle marine di Frigole, Torrechianca e Spiaggiabella, ossia che Lecce si farà promotore di un coordinamento dei comuni rivieraschi per individuare una progettazione unitaria e risolutiva del fenomeno erosivo nelle marine colpite.

"È quanto mai necessario convocare urgentemente i comuni – afferma il primo cittadino - che, nella suddivisione delle linee guida regionali di riferimento, rientrano nella stessa unità fisicografica di Lecce. E quindi, i comuni delle province di Lecce e Brindisi compresi da Capo Torre Cavallo a Capo d'Otranto”.

Il Comune di Lecce é pronto ad organizzare subito un tavolo di confronto, per individuare concretamente una progettazione unitaria, che l'unità fisiografica provvederà a presentare alla Regione: “Nelle nostre intenzioni – chiarisce -, c'é l'obiettivo di capire chi e in che modo potrà lavorare su soluzioni certamente più evolute e risolutive rispetto alle esistenti”. Già lunedì, il sindaco invierà gli inviti alle amministrazioni comunali interessate.

Assobalneari Salento esprime una certa soddisfazione per il sopralluogo del sindaco a spiaggia Bella, specificando che al tavolo verranno invitati i sindaci dei comuni di Brindisi, San Pietro Vernotico, Torchiarolo, Lecce, Vernole, Melendugno, Otranto, appartenendo ai limiti amministrativi alla sub unità fisiografica, che va da Torre Cavallo al porto di Otranto.

Dalla discussione odierna, Mauro Della ValleVisita-2, sottolinea come sia giunta anche una propria proposta al sindaco Perrone, cioè quella di riconoscere all’Università del Salento la regia scientifica di supporto agli uffici tecnici comunali, che insieme possono progettare interventi di tutela costiera  in conformità delle suddette linee guida regionali.

Ma, nonostante il proficuo risultato dell’incontro mattutino, non mancano le polemiche politiche. Antonio Maniglio, consigliere regionale del Pd, in una nota parla di “lidi distrutti nelle marine leccesi” e di “sperperi del governo Perrone”: “Cinque milioni di euro a difesa del litorale – spiega - sprecati per due pennelli e due dadi rotti nel mare di San Cataldo. Perché i soldi del water front (1milione e 800mila euro) non si sono utilizzati per tutelare le spiagge?”

Maniglio trova comprensibile la disperazione dei titolari dei lidi danneggiati dalla mareggiata dei giorni scorsi a Spiaggiabella, San Cataldo e Frigole, in quanto in un solo giorno sono stati cancellati anni di lavoro e di impegno per tutelare le spiagge e renderle fruibili a tutti: “Ciò che non va – asserisce -, almeno per le marine leccesi, è la richiesta di non meglio precisati e ulteriori interventi finanziari. Sì, ulteriori. Si è dimenticato troppo presto che la città di Lecce negli anni scorsi ha ottenuto già un finanziamento di oltre cinque milioni di euro per la difesa del litorale sabbioso”.

Per l’esponente del Pd, è ora di tracciare un bilancio e di spiegare cosa il governo cittadino abbia fatto con quei 5 milioni di euro: “Chi risponde del fatto che – si domanda - con 5 milioni di euro (10 miliardi di lire!!) sono stati  costruiti solo alcuni pennelli e collocati dei dadi (che si sono pure rotti) nel mare prospiciente San Cataldo? Lo chiedo all’assessore ai lavori pubblici dell’epoca e al sindaco di oggi - che sono la stessa persona- che spero trovi il tempo, in mezzo a tante polemiche strumentali, di dare conto di come egli ha speso i fondi europei”.

Maniglio evidenzia come sia proprio il caso di dire che siano soldi “buttati a mare”, senza “alcun risultato non solo a Spiaggiabella e Frigole (e Casalabate)”, ma “neppure a San Cataldo, dove pure si sono concentrati gli interventi e si sono spesi i cinque milioni”: “Con quale faccia tosta – prosegue - gli amministratori leccesi si presentano a chiedere soldi dopo che hanno dissipato, senza portare un solo risultato, un finanziamento così rilevante?”

Su San Cataldo, infine, Maniglio non nega che servisse di un rifacimento estetico: “Ma – aggiunge - era davvero il caso di destinare 1milione e 800mila euro dell’area vasta al water front e non a difendere le spiagge di Frigole, Spiaggabella e San Cataldo? E a cosa servirà un’aiuola in più se il mare arriva sulla strada?”

Sulle marine leccesi, pertanto, Maniglio registra non solo “uno spreco di denaro pubblico su cui bisognerebbe fare chiarezza”, ma anche il “fallimento del centrodestra guidato di Perrone che è certamente preparato nel fare l’opposizione ma è incapace di spendere bene le ingenti risorse finanziarie che pure sono arrivate dalla Regione Puglia”.

 

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