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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia Centro / Viale XXV Luglio

Mobilitazione degli addetti alle pulizie. “Basta con il taglio dei servizi alle scuole”

Manifestazione proclamata da Cgil, Cisl e Uil domani mattina di fronte alla prefettura di Lecce. Il decreto "del fare" preso di mira: "Lavoratori già costretti ai sacrifici. Conseguenze gravissime per 925 famiglie a rischio povertà"

LECCE – Tornano a farsi sentire gli addetti alle pulizie dei plessi scolastici della provincia di Lecce, con una mobilitazione indetta per domani dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil davanti alla prefettura del capoluogo. Questa volta in discussione è il “decreto del fare” proposto dal nuovo esecutivo: tra le linee in discussione nella predisposizione della manovra, infatti, è emersa l’esplicita volontà di predisporre un ennesimo taglio ai fondi destinati ai servizi di pulizia e accessori negli istituti scolastici di ogni ordine e grado.

Negli ultimi anni questi fondi sono già stati fortemente ridotti, passando da oltre 550 milioni a 390 milioni di euro e questo, sottolineano i sindacalisti, ha inciso in modo grave sul reddito già esiguo di circa 21 mila lavoratori ex Lsu e impiegati sugli appalti storici, di cui 925 nella sola provincia di Lecce. Lo stipendio, è bene ricordarlo, non supera le ottocento euro al mese. La previsione di questi tagli è da allarme sociale, considerato l’inevitabile scivolamento delle famiglie sotto la soglia di povertà. “E già dovuto si è dovuto ricorrere in modo sostanzioso al sostegno dei lavoratori – sottolineano i tre referenti, Valentina Fragassi di Cgil, Piero Fioretti di Uil e Carmela Tarantini di Cisl - attraverso l’attivazione degli ammortizzatori sociali in deroga”.

Tenuto conto dell'approssimarsi dell'assegnazione degli appalti dei servizi negli istituti scolastici, le organizzazioni sindacali evidenziano come nelle attività risultino attualmente occupati sia lavoratori ex Lsu, in attuazione di quanto disposto dalle norme in materia di stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili presso tutte le istituzioni scolastiche, così come contemplato dal decreto interministeriale numero 65 del 20 aprile 2001, sia lavoratori dei cosiddetti “appalti storici ” in carico al Miur, a seguito dell'entrata in vigore della legge numero 124 del 1999.

Il progetto sociale condiviso nel 2001 con il ministero dell’Istruzione e gli altri dicasteri interessati ha permesso a 28 mila lavoratori di essere stabilizzati, dopo anni di precariato nella pubblica amministrazione, o come lavoratori socialmente utili, che hanno sostato per decenni in cassa integrazione o nelle liste di mobilità, e di dare risposta alle scuole che per effetto del congelamento delle assunzioni avevano gli accantonamenti delle risorse ma non potevano acquisire personale per svolgere servizi di pulizia e ausiliari.

“Ulteriori tagli ai servizi determinerebbero una ricaduta sociale gravissima sull’occupazione e sul reddito degli addetti – denunciano i tre sindacalisti - e creerebbero danni importanti al funzionamento di molti istituti e al mantenimento dell’igiene e alla sicurezza di locali frequentati da alunni, docenti e personale scolastico”.

Durante l’incontro del 19 giugno tenutosi presso il ministero, inoltre, le aziende interessate hanno dichiarato l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo per tutti i dipendenti dell’appalto pulizie. Decisione che nel Salento, già gravemente provato dalla crisi occupazionale ed economica, potrebbe determinare pesanti conseguenze per 925 famiglie. Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, ritenendo questa situazione “inaccettabile”, hanno proclamato la prima giornata di mobilitazione a Lecce, cui seguirà un grande manifestazione nazionale programmata per sabato 8 luglio presso la sede del Miur a Roma.

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