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Negozi aperti domani e 1° maggio? Sì, ma rischio multe

La Regione autorizza l'apertura dei negozi domani 25 aprile e il primo maggio. Ma poi non tiene conto che per rendere esecutiva la variante sulla legge occore la pubblicazione sul Bollettino ufficiale

Tutte le feste comandate, compresa ovviamente quella della Liberazione, sono occasione di marketing. Economia che si tenta di agitare con l'apertura dei negozi o attraverso le leve del turismo. Ma qualcosa, per quanto riguarda le attività commerciali a Lecce si blocca.

Il sindaco Paolo Perrone e l'assessore alle Attività produttive Attilio Monosi fanno sapere di non poter autorizzare l'apertura degli esercizi commerciali anche nei giorni festivi e quindi nella giornata di domani, sabato 25 aprile e di venerdì 1 maggio.

Il motivo è tutto nella Legge regionale (numero 11/03), che dispone la chiusura domenicale festiva degli esercizi di vendita al dettaglio in sede fissa, salva la possibilità di deroga per i Comuni a economia prevalentemente turistica e nelle città d'arte. Com'è noto, per i mesi di marzo e aprile, l'amministrazione comunale di Lecce si è avvalsa della facoltà di deroga, consentendo le aperture per favorire al massimo l'esercizio del commercio.

Ma ieri la Regione ha modificato la normativa esistente (con un emendamento che modifica l'art. 18 della legge n. 11/03) allargando la possibilità di deroga, oltre che nelle domeniche, anche ai giorni festivi, e quindi anche alle festività come il 25 aprile ed il 1 maggio nei quali vigeva l'obbligo di chiusura. Ora, la nuova previsione entrerà in vigore solo dopo la pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione Puglia impedendo dunque ai sindaci interessati la possibilità di autorizzare la deroga per il 25 aprile ed il 1 maggio.

Nella sostanza i sindaci delle città che possono godere della deroga sono giuridicamente impossibilitati a farlo per la giornata di domani, sabato 25 aprile e per quella di venerdì 1 maggio. Si ricorda che in caso di violazione dell'obbligo di chiusura, la normativa regionale prevede una sanzione di 5000 euro.

"Il provvedimento disarticolato e non concertato con Comuni e associazioni - spiega l'assessore Monosi in una nota - è la conferma dello stato di confusione con il quale questa legge è stata concepita creando non poche difficoltà a tutte le amministrazioni comunali pugliesi. La Regione avrebbe dovuto pensarci un mese fa e non operare come ha fatto in questo caso, creando false aspettative nei commercianti e scaricando le responsabilità sui sindaci. Noi abbiamo sfruttato la possibilità di essere città d'arte autorizzando le aperture domenicali (come è successo a marzo e aprile e come succederà a maggio) e venendo incontro alle esigenze dei commercianti, ma questa modifica legislativa entra in vigore solo dopo la pubblicazione sul Bollettino regionale e quindi non ci permette di emettere oggi alcuna ordinanza di deroga".

Intanto l'Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Lecce, in collaborazione con gli operatori turistici, ha realizzato il progetto sperimentale "Monitor - Trend previsionale del movimento turistico nel Salento", che rileva la domanda dei flussi turistici tendenziali nelle diverse tipologie di strutture ricettive in prossimità delle festività (Natale e Pasqua), dei "ponti" (25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, Ferragosto e Ognissanti), degli eventi di particolare importanza organizzati nel Salento, e di altri periodi di rilevanza turistica.

Il progetto, propedeutico all'Osservatorio sul turismo pugliese previsto dall'Assessore regionale al Turismo Massimo Ostillio, scaturisce da un percorso formativo di marketing e comunicazione interno all'Apt di Lecce.

La rilevazione prevede una divisione del Salento in quattro aree: Lecce e hinterland; Porto Cesareo-Gallipoli-Ugento-Nardò; Salve-Leuca-Tricase-Santa Cesarea Terme; Otranto-Melendugno-Maglie-Grecìa Salentina. All'interno delle aree è stato individuato un panel di 90 strutture ricettive, suddivise in alberghi, campeggi, agriturismi, bed & breakfast, case vacanze per un totale di 6.206 posti letto pari al 10% della ricettività del Salento.

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